di PAOLO CRISTOFARO
Erano state sequestrate 3 ville ai clan della 'ndrangheta nel Comense, a Lomazzo, durante l'operazione "Infinito", contro le cosche in Lombardia, negli anni 2000. Le ville, però, per via di tutta una serie di intoppi burocratici, sono rimaste sostanzialmente ferme e abbandonate per oltre un decennio. Ora, a quanto pare, qualcosa di sta muovendo, per far sì che le strutture tolte alle cosche di 'ndrangheta non rappresentino luoghi di degrado, ma siano invece simboli di rinascita e legalità. I lavori, stando a prime informazioni, dovrebbero partire, finalmente, il 24 ottobre prossimo, martedì.
Al termine del travagliato iter burocratico, le strutture potranno essere impiegate, adesso, per fini sociali. Da oltre 10 anni il Comune di Lomazzo - guidato dal sindaco Gianni Rusconi - o avrebbe chiesto di potersi occupare delle strutture. L'intoppo burocratico sarebbe stato causato da un errore di trascrizione del Tribunale di Reggio Calabria. Il pantano burocratico, come lo stesso Comune di Lomazzo fa sapere, ha causato l'abbandono dei tre immobili, divenuti luoghi di degrado, ma anche a rischio igienico e sanitario.
Lo stesso Ente comunale ha manifestato l'intenzione, una volta acquisiti i beni, di occuparsi degli aspetti della gestione ordinaria. Il funzionario dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati, Roberto Bellasio, avrebbe riferito al Comune che non appena l'iter verrà definitivamente sbloccato, all'amministrazione basterà una delibera per richiedere l'utilizzo delle tre ville, da destinare al sociale o ad altre attività. Insomma, questi tre beni sottratti alla criminalità organizzata, dopo molti anni potrebbero passare finalmente a una gestione legale e pubblica, entrando a far parte, a tutti gli effetti, degli immobili comunali.
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