"Gli ho sparato solo a un dito (...) ho sparato giù e c'era il piede". E' così che Paolo Valsecchi, uno degli uomini di fiducia di Cosimo Vallelonga, storico boss della 'ndrangheta in Lombardia, arrestato nel maxi blitz della Dda di Milano su un traffico di rifiuti e altri reati, descriveva, intercettato nel luglio del 2018, allo stesso boss la "operazione di intimidazione" contro una presunta vittima di usura, uno dei tanti imprenditori finiti nella "rete" del clan dopo aver avuto soldi in prestito. Vallelonga, annota il gip Clemente nell'ordinanza, chiede se "il ferito si fosse fatto medicare, ma Valsecchi risponde in senso negativo e che comunque, in caso contrario, sarebbe stato informato" da un "testimone-confidente". Sempre stando all'ordinanza, Vallelonga era colui che riceveva e inviava "ambasciate" ai clan radicati in Calabria, mantenendo i "contatti" con gli "esponenti di spicco", come Giorgio De Masi, detto 'U mungianisi', membro della "cosiddetta 'Provincia o Crimine', ovvero la struttura verticistica e sovraordinata della 'ndrangheta".
Cosimo Vallelonga, 72 anni, boss della 'ndrangheta in Lombardia pluricondannato e finito di nuovo in carcere oggi nel maxi blitz della Dda milanese con al centro un traffico illecito di rifiuti, in particolare materiale ferroso, riciclaggio, frode e usura, "intrecciava" rapporti anche con imprenditori professionisti "parte della cosiddetta società civile". Tra questi, come risulta in un informativa del Nucleo di polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza e della Squadra Mobile di Lecco e del Gico della Gdf di Milano, spunta il nome di Elena Ghezzi, nota imprenditrice non indagata e anche Presidente di Confartigianato Donne Lecco dal 2012 e riconfermata nel 2017 e a luglio del 2018 eletta Presidente di Donne impresa Lombardia. Come risulta dalle telefonate intercettate Elena Ghezzi, avrebbe svolto un ruolo di "intermediaria" per alcuni affari che non si sono però mai concretizzati, e inoltre perché nella primavera 2018 ha cercato di procurare all'"anziano 'ndranghetista' un invito per partecipare a un evento organizzato per il 26 aprile dello stesso anno dall'Ambasciata italiana del Principato di Monaco in quanto "poteva essere l'occasione per conoscere 'clienti importanti' (..) imprenditori di alto livello". Anche in questo caso nulla andò in porto.
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