Carabiniere in servizio a Roma, De Santis ora si trova ai domiciliari. E nelle carte dell'indagine spunta anche un tentativo di rapina e sequestro di persona ai danni di un'anziana benestante
15 ottobre 2020 18:05C'è anche l'appuntato scelto dei carabinieri Fabrizio De Santis tra gli arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulla 'Ndrangheta in Trentino.
LEGGI ANCHE QUI. 'Ndrangheta in Trentino. Indagati un ex deputato e due amministratori locali
Carabiniere in servizio a Roma, De Santis ora si trova ai domiciliari. Secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, De Santis, 47 anni, sarebbe "parte del sodalizio criminale" e - scrivono gli inquirenti - "stabilmente a disposizione del sodalizio stesso con compiti essenziali quali quello di fornire- forte della sua carica e della sua funzione - informazioni su operazioni delle forze dell'ordine in corso, situazioni giudiziarie di amici e non servendosi abusivamente delle banche dati delle forze di polizia". In cambio, sempre secondo gli investigatori, De Santis sarebbe stato ricompensato con un lavoro in nero alle dipendenze di una delle imprese controllate con "congrua, sempre occulta, retribuzione".
A Roma, secondo gli inquirenti, operava dunque una vera e propria costola sotto la direzione di Domenico Morello, organico della locale di Lona Lases. Morello, insieme ad altri sodali, intendeva sfruttare alcune società esistenti per articolate attività di riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, di fatturazioni per operazioni inesistenti e per permeare gli ambienti istituzionali. In questo quadro rientrerebbe il tentativo, tra il 2017 e il 2018, di accreditarsi con la Regione Lazio per automatizzare le procedure di gestione delle cartelle cliniche tramite società operanti in campo tecnologico e farmaceutico.
Nelle carte dell'indagine "Perfido", sulla presenza della 'Ndrangheta in Trentino, spunta anche un tentativo di rapina e sequestro di persona ai danni di un'anziana benestante, fortunatamente sventato dai carabinieri e captato proprio grazie all'attività investigativa in corso. A quanto risulta, infatti, con la complicità di una delle domestiche, moglie di uno degli indagati, Innocenzio Macheda e Domenico Ambrogio, ritenuto dagli inquirenti uno dei bracci armati della presunta cosca, avrebbero valutato e pianificato a lungo l'ipotesi di introdursi a casa della famiglia di Maximilian Schindele, defunto direttore di Grundig Italia. I due intendevano approfittare della partenza dei due figli dell'anziana vedova per svaligiare l'abitazione, dopo che, a quanto emerso dalle indagini, vi erano già stati dei piccoli furti di preziosi. I carabinieri, però, con un controllo mirato, hanno trovato Ambrogio e la moglie in possesso di alcuni monili e, a seguito di questo accertamento, il gruppo avrebbe poi desistito dal progetto di rapina.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736