
La seconda sezione della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, con spese processuali a carico del ricorrente, dell'ex consigliere regionale Alessandro Nicolò, arrestato lo scorso luglio 2019 assieme ad altre diciassette persone indagati di appartenenza alla cosca Libri. Nicolò, è accusato di associazione mafiosa e di avere favorito, in cambio di appoggi elettorali, gli obiettivi della cosca di 'ndrangheta, il cui vertice è Filippo Chirico, genero del defunto boss Pasquale Libri, già condannato a venti anni di reclusione nel processo scaturito dall'inchiesta "Theorema-Roccaforte".
Oltre Nicolò e Chirico, nell' inchiesta 'Libro Nero' sono anche indagati l'ex capogruppo del Pd in Consiglio regionale Seby Romeo e l'ex assessore regionale della giunta guidata da Agazio Loiero, Demetrio Naccari Carlizzi, cognato del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
L'inchiesta 'Libro Nero' è stata condotta dalla squadra mobile della polizia di Stato diretta da Francesco Rattà e coordinata dal Procuratore della Dda Giovanni Bombardieri e dai sostituti Walter Ignazitto e Stefano Musolino. Nicolò è difeso dall'avv. Corrado Politi.
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