La Dda di Catanzaro ha appellato le assoluzioni pronunciate in primo grado per l’ex presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano (già sindaco di Stefanaconi), nel processo nato dall’operazione Petrol Mafie. Solano è stato condannato l’1 dicembre dal tribunale di Vibo a un anno per corruzione elettorale (quale ex presidente della Provincia), in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico, quest’ultimo condannato a 30 anni per associazione mafiosa, narcotraffico e traffico illecito di idrocarburi. Per Solano è venuta meno in primo grado l’aggravante mafiosa e l’accusa di turbata libertà degli incanti e da qui l’appello della Dda contro tali assoluzioni (così come quelle per i dipendenti della Provincia, Capria, Francolino e Del Vecchio). Nella sentenza, i giudici hanno sottolineato che “le intercettazioni denotano l’affinità emotiva tra Solano e gli ambienti della criminalità organizzata, oltre a certificarne la piena consapevolezza sulla caratura criminale di D’Amico e le modalità con cui avrebbe procacciato i voti. La responsabilità di Solano si ricava anche da un’intercettazione del 2018 da cui emerge che riceveva dal sindaco di Capistrano Marco Martino una fotografia ritraente la scheda elettorale con la preferenza accordata a Solano”. Il 26 luglio scorso, intanto, il Consiglio dei ministri ha sciolto per infiltrazioni mafiose l’amministrazione comunale di Stefanaconi guidata dal sindaco Salvatore Solano.
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