‘Ndrangheta nel Crotonese. Colpo alla cosca di Roccabennarda: tre arresti (NOMI e VIDEO)

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images ‘Ndrangheta nel Crotonese. Colpo alla cosca di Roccabennarda: tre arresti (NOMI e VIDEO)

  05 dicembre 2020 08:29

Questa mattina a Roccabernarda (Crotone) i militari della Compagnia Carabinieri di Petilia Policastro e dell’Aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro, su richiesta di questa Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 3 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, invasione di terreni, falsità ideologica e materiale, trasferimento fraudolento di valori e danneggiamenti aggravati dal metodo mafioso.

Si è proceduto, contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, al sequestro preventivo di 104 terreni agricoli, 5 immobili e un veicolo per un valore complessivo di circa 1.000.000,00 di euro.

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Il provvedimento trae origine da unattività investigativa, condotta dai suddetti Reparti, diretta e coordinata dal Procuratore della Repubblica, Dott. Nicola Gratteri e dai Sostituti Procuratori Dott.ri Paolo Sirleo, Domenico Guarascio e Pasquale Mandolfino.

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Le emergenze investigative hanno riguardato l’operatività della cosca di ‘ndrangheta B di Roccabernarda (KR), con particolare riferimento all’impossessamento illecito avvenuto dal 2005 al 2017, da parte del capo cosca BAGNATO Antonio Santo, di numerosi terreni agricoli, situati nel comune di Roccabernarda
Arrestati Antonio Santo Bagnato, 53 anni, definito dagli inquirenti al vertice della cosca e Giuseppe Bagnato, 33 anni, mentre va agli arresti domiciliari Domenico Iaquinta, 38 anni.

Gli elementi raccolti nel corso delle indagini hanno consentito di:

documentare l’operativi della cosca BAGNATO nel territorio del comune di Roccabernarda;
documentare il modus operandi utilizzato dai componenti della cosca per raggiungere l’impossessamento dei terreni e quindi l’intestazione degli stessi, che prevedeva dapprima degli approcci anche violenti ed intimidatori con i proprietari e, successivamente, sfruttando la collaborazione di professionisti, l’effettuazione dei passaggi burocratici mediante falsi testamenti o false dichiarazioni di usucapione contenute in atti di donazione;
far emergere, sulla base delle dichiarazioni delle vittime ascoltate dai carabinieri, molti episodi estorsivi portati a termine dalla cosca al fine di appropriarsi illecitamente dei terreni agricoli.

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