'Ndrangheta nel Crotonese: fatta luce sull'omicidio dell'imprenditore Mingrone

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images 'Ndrangheta nel Crotonese: fatta luce sull'omicidio dell'imprenditore Mingrone

  14 ottobre 2025 10:31

La complessa e impegnativa attività investigativa, coordinata dalla Direzione  Distrettuale Antimafia di Catanzaro e delegata ai militari del Nucleo Investigativo del  Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Crotone, costituisce la naturale prosecuzione delle attività, sfociate nelle operazioni di polizia denominate  “STIGE” ed “ULTIMO ATTO”, e ha riguardato un arco temporale, intercorso tra l’aprile del 2023 e il maggio del 2024, sviluppandosi prevalentemente attraverso delle attività tecniche captative, le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, oltre che su dei riscontri, connessi con lo sviluppo dell’attività di osservazione e pedinamento. 

Emergono dettagli in relazione all'operazione di oggi  nella provincia di Crotone, nonché presso le Case Circondariali di Agrigento, Prato, Secondigliano (NA) e Ancona, di Reclusione di San Gimignano (SI) e Saluzzo (CN), dove i Carabinieri del Comando Provinciale di Crotone, coadiuvati nella fase esecutiva da quelli dei Comandi Provinciali di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, del Nucleo Cinofili, dell’8° Nucleo Elicotteri e dello Squadrone Eliportato “Cacciatori” di Vibo Valentia, hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di quest’ultimo Capoluogo, nei confronti di 21 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, per i reati di “associazione a delinquere del tipo mafioso”, “omicidio”, “estorsione”, “turbata libertà degli incanti”, “danneggiamento”, “ricettazione” e per dei “reati nella materia delle armi”, questi ultimi, aggravati dal cosiddetto “metodo” o dalle “finalità mafiose” Per 18 degli indagati è stata emessa la misura cautelare in carcere e per 3 quella dell’Obbligo di Dimora nel Comune di Residenza. LEGGI QUI LA NOTIZIA DI STAMATTINA

Banner

Gli esiti investigativi, in tal modo conseguiti, hanno permesso di delineare (nella fase delle indagini preliminari, che necessita della successiva verifica processuale nel  contraddittorio con la difesa) la gravità indiziaria circa l’attuale operatività della  consorteria della ‘Ndrangheta, conosciuta come Locale di Cirò. In particolare, gli esiti investigativi, acquisiti, hanno permesso di ricostruire, sul piano della gravità indiziaria, l’esistenza e l’operatività del suddetto sodalizio, documentando la sua spiccata resilienza e la capacità di ricompattarsi, dopo i duri colpi, subiti, nel 2018 e nel 2023, mantenendo la sua operatività con le modalità, già riscontrate nelle pregresse investigazioni, “rivitalizzando le articolazioni territoriali della ‘Ndrangheta, operanti nei territori dei Comuni di Crotone, Cirò, Strongoli e Cariati (CS)”, nonché delineando l’attuale organigramma, ove sono inseriti i cosiddetti elementi “veterani” e diverse “nuove leve” del panorama associativo locale, che hanno potuto avvalersi, altresì, dei familiari o dei conviventi degli altri soggetti, già detenuti, poiché coinvolti nelle precedenti operazioni di polizia.

Banner

L’indagine ha consentito, altresì, di documentare la sussistenza di gravi indizi di reità  nei confronti di  3  sodali nell’omicidio, avvenuto a Cirò Marina il 9 aprile  2003, dell’imprenditore edile Francesco Mingrone  classe 1930, "reo" di aver molestato o infastidito, più volte, la sorella di uno degli autori, nonché numerose estorsioni, tentate e consumate, nei confronti di alcune ditte o società, aggiudicatarie degli appalti pubblici nella materia edilizia, anche nell’ambito dei fondi del P.N.R.R, nonché di un Lido balneare, di un esercizio commerciale, appartenente alla Grande Distribuzione Organizzata degli apparecchi elettronici e di uno di ristorazione “fusion”, ubicato a Cariati.

Banner

Sono stati, inoltre, riscontrati, i tentativi di far assumere degli affiliati alla suddetta  consorteria o dei loro familiari in altrettante aziende, non realizzatisi per l’opposizione delle vittime, e i prelievi, senza la corresponsione di alcuna somma di denaro, di non meglio indicate quantità di carburanti agricoli. È stato, altresì, ricostruito, sul piano della gravità indiziaria, un tentativo, realizzato, di turbata libertà degli incanti, in relazione alla partecipazione di un privato cittadino, non gradita, all’asta giudiziaria di un immobile, al cui interno operava un esercizio della ristorazione, che corrispondeva per la sua “protezione” la cifra di 1.000,00 Euro mensili ad alcuni affiliati.

È stata documentata l’esistenza di una “bacinella”, adoperata per sostenere  economicamente le famiglie dei detenuti e corrispondere le relative spese legali, da cui sono stati prelevati circa 30.000,00 Euro per l’acquisto di un’autovettura da parte di un affiliato, ma adoperata e messa nella disponibilità permanente di un altro elemento di vertice della consorteria. Infine, ma non meno importanti, è stata acclarata la disponibilità delle armi comuni da sparo da parte del sodalizio e la sopravvivenza della Cosca “Giglio” di Strongoli e della ‘Ndrine di Cariati, subordinate alla Locale della ‘Ndrangheta di Cirò.

In concomitanza con l’esecuzione delle misure cautelari sono state effettuate  diciassette perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altrettanti, ulteriori, indagati, a vario titolo, per le suddette ipotesi delittuose, ai quali sono stati notificati  anche le relative informazioni di garanzia, e, in particolare, a 2 soggetti indiziati di plurime attività estorsive consumate tra il novembre del 2024 e il gennaio del 2025, di cui una mediante l’imbrattamento della saracinesca di un esercizio commerciale e 2, consistite nei danneggiamenti di un’autovettura e di alcuni mezzi meccanici, ai danni di altrettanti imprenditori di Cirò Marina, finalizzati a ottenere dalle vittime delle somme di denaro, mai corrisposte. Il procedimento pende in fase investigativa e la ricostruzione degli accadimenti penalmente rilevanti sin qui effettuata è limitata al profilo cautelare, con salvezza di ogni deduzione difensiva, acquisita nel contradditorio delle parti.

 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner