In occasione dell'avvio dell'udienza preliminare del procedimento connesso all'inchiesta antimafia "Imponimento" del luglio dello scorso anno, il Comune di Vibo Valentia avanzerà richiesta di costituzione di parte civile.
All'ente, tuttavia, non è stato notificato alcun atto in qualità di parte offesa, e quindi ha chiesto, il 31 marzo scorso, alla Dda di Catanzaro la copia della documentazione e atti circa le indagini relative all'operazione contro il clan Anello-Fruci al fine di poter valutare i presupposti per l'eventuale costituzione di parte civile dello stesso con le modalità di legge. Ma a ieri - si legge nella delibera di Giunta pubblicata sull'albo pretorio online del Comune - non è pervenuta alcuna documentazione.
Da Palazzo Razza rilevano, ad ogni modo, che la richiesta si fonda sulla "gravità sociale dei reati contestati agli imputati, alcuni dei quali commessi asseritamente da partecipi ai sodalizi criminali rilevati sul territorio comunale e pertanto il Comune ritiene suo dovere tutelare la comunità amministrata, la sua libertà e i suoi diritti, dal comportamento lesivo messo in atto negli anni dalle consorterie mafiose di cui la Procura Antimafia chiede il rinvio a giudizio, nonché tutelare l'immagine del territorio, leso dalle condotte contestate".
Pertanto, il sindaco e l'esecutivo al suo seguito, hanno affidato l'incarico legale all'avvocato Maristella Paolì dell'Ufficio di Avvocatura Comunale a rappresentare l'ente in udienza. I reati contestati a vario titolo sono associazione mafiosa, corruzione elettorale, corruzione aggravata dalle finalità mafiose, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione, danneggiamento, usura, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, coltivazione di sostanze stupefacenti, associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, turbata libertà degli incanti, alterazione delle aste pubbliche, falso, truffa, detenzione illegale di armi.
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