Oltre 40 rinvii a giudizio nell’ambito della maxi-inchiesta ‘Propaggine’ della Direzione distrettuale antimafia di Roma contro la prima ‘locale’ di ‘ndrangheta nella Capitale. Una ventina di imputati, sui 66 per i quali la procura aveva sollecitato il processo, hanno chiesto il rito abbreviato.
Fra gli imputati figurano i due boss ritenuti al vertice dell’organizzazione criminale, Antonio Carzo e Vincenzo Alvaro, appartenenti a storiche famiglie di ‘ndrangheta originarie di Cosoleto, centro in provincia di Reggio Calabria. Mentre Vincenzo Alvaro verrà giudicato con rito ordinario, Antonio Carzo ha chiesto il rito abbreviato.
Nell’inchiesta - coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò e dai pm Giovanni Musarò, Francesco Minisci e Stefano Luciani - vengono contestate, a vario titolo, le accuse di associazione mafiosa, cessione e detenzione ai fini di spaccio di droga, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni, truffa ai danni dello Stato aggravata dalla finalità di agevolare la ‘ndrangheta, riciclaggio aggravato, favoreggiamento aggravato e concorso esterno in associazione mafiosa.
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