'Ndrangheta, operazione "Malefix": tutti i ruoli e i compiti dei 21 arrestati
Giovanni Bombardieri
24 giugno 2020 14:27Controllo del territorio e delle attività economiche; estorsioni, danneggiamenti anche con armi ed esplosivi, favoreggiamento di latitanti e intestazione fittizia. Ma anche appalti pubblici e competizioni elettorali.
Tutto questo con una regia coordinata tra le articolazioni denominate cosca Libri e cosca De Stefano-Tegano-Molinetti- Condello e mirata a far crescere il proprio volume di affari.
Si snocciola in questi termini l’operazione anti ‘ndrangheta “Malefix” della Procura di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, e che stamattina ha portato all’arresto di 21 persone. Tutti con un ruolo definito e che la Procura e il Gip della città sullo stretto hanno identificato in attesa di successive pronunce che dovranno smentire o confermare le accuse cristallizzate nell’ordinanza di custodia.
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-LIBRI Antonio in qualità di dirigente ed organizzatore dell'articolazione territoriale della ndrangheta nota come cosca Libri, deputato a rappresentarla nella gestione dei rapporti con le altre articolazioni territoriali della medesima organizzazione, con cui condivideva il predominio mafioso sulle attività economiche, operanti nella zona centro della città di Reggio Calabria; era, inoltre, deputato all'organizzazione della raccolta estorsiva, personalmente o delegando i relativi compiti ai sodali, ed alla distribuzione a favore degli associati detenuti; era altresì responsabile delle attività di coordinamento del gruppo e dei rapporti con gli imprenditori collusi; latore delle richieste estorsive o comunque mandante di quelle delegate agli altri esponenti del sodalizio; rappresentante sul territorio degli altri capi della cosca attualmente detenuti; si occupava del mantenimento in carcere dei sodali detenuti e della "colletta" per il pagamento delle spese legali dagli stessi sostenute;
- MANGIOLA Edoardo in qualità di dirigente ed organizzatore dell'articolazione territoriale della ndrangheta nota come cosca Libri, deputato alla gestione della raccolta estorsiva, distribuendo i compiti tra i sodali, nonchéa prestare ausilio e supporto dirigenziale ad Antonio Libri, condividendo con lui la responsabilità delle attività di coordinamento del gruppo, con particolare riferimento al settore delle estorsioni, a quello dei rapporti con imprenditori collusi e con le altre articolazioni di ndrangheta, con cui la cosca Libri condivideva il governo mafioso dell'area centro della città di Reggio Calabria; era altresì latore delle richieste estorsive o comunque mandante di quelle delegate agli altri esponenti del sodalizio e si occupava del mantenimento in carcere dei sodali detenuti e della "colletta" per il pagamento delle spese legali dagli stessi sostenute;
- BRUNO Domenico, in qualità di partecipe dell'articolazione territoriale della ndrangheta nota come cosca LIBRI, in funzione di ausilio e supporto alle attività estorsive ed intimidatorie, nonché in funzione dell'infiltrazione della cosca nel sistema delle forniture agli enti pubblici, anche attraverso l'esercizio commerciale "Contract International", con punto vendita in Reggio Calabria, Viale Calabria nr. 133;
- BEVILACQUA Cosimo, detto il "Pappagallo", in qualità di partecipe dell'articolazione territoriale della ndrangheta nota come cosca LIBRI, referente dell'associazione presso la comunità ROM di Arghillà, incaricato del recupero della refurtiva nell'interesse di affiliati e di altri soggetti protetti dalla cosca, nonché del compimento di danneggiamenti, intimidazioni, reati contro il patrimonio e la persona;
- DE STEFANO Caroline in qualità di dirigente apicale ed organizzatore dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dall'omonima cosca e dal ruolo verticistico svolto in questa dapprima dal padre Paolo, quindi dal fratello Giuseppe - per conto della quale svolgeva compiti di capo e di rappresentante degli interessi comuni alle varie articolazioni ivi presenti. Impartiva ordini ed indicazioni operative agli associati, assegnando loro compiti e ruoli; organizzava la raccolta estorsiva e distribuiva i relativi proventi ai sodali; assicurava protezione a commercianti ed imprenditori contigui alla cosca o costretti al pagamento del "pizzo"; provvedeva al mantenimento in carcere degli affiliati detenuti; coordinava i rapporti con le altre cosche di ndrangheta, con cui condivideva l'aggressione patrimoniale delle attività economiche presenti nel centro cittadino;
- DE STEFANO Giorgio, in qualità di dirigente ed organizzatore dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dall'omonima cosca e dal ruolo verticistico svolto in questa dapprima dal padre Paolo, quindi dai fratelli Giuseppe e Carmine. Principale collaboratore e "portavoce" di Carmine De Stefano, curava gli interessi economico/imprenditoriali del sodalizio anche in Lombardia e all'estero; provvedeva al mantenimento in carcere ed al pagamento delle spese legali per gli associati detenuti; dava assistenza agli associati latitanti; faceva da mediatore per la risoluzione dei contrasti interni alla cosca; curava la riscossione dei proventi estorsivi ed assicurava protezione ai commercianti ed imprenditori contigui alla cosca o costretti al pagamento del "pizzo"; manteneva i rapporti con i rappresentanti delle altre cosche di ndrangheta, con cui condivideva l'aggressione patrimoniale delle attività economiche presenti nel centro cittadino;
- DE STEFANO Orazio Maria Carmelo in qualità di dirigente ed organizzatore dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dall'omonima cosca e dal ruolo verticistico svolto in questa da lui stesso, dai suoi fratelli e più di recente dai nipoti - per conto della quale svolgeva ruoli di rappresentanza nei rapporti con le altre cosche, specie in funzione della gestione delle attività estorsive e di infiltrazione economica;
- MOLINETTI Alfonso cl. 57, in qualità di dirigente ed organizzatore dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dal suo ruolo di storico esponente della ndrangheta di Archi, organizzata intorno alle ndrine federate De Stefano /Tegano e dalla sua attiva partecipazione, unitamente al fratello Luigi, alla guerra di ndrangheta consumatasi tra il 1985 ed il 1991. Era consigliere e collaboratore di Carmine De Stefano; cooperava con il fratello Luigi Molinetti e faceva da mediatore per la risoluzione dei contrasti interni alla cosca e, pur in costanza di detenzione carceraria (ammesso al regime della semilibertà) — anche grazie all'intermediazione del figlio Salvatore Giuseppe cl. 82 — manteneva i rapporti con i rappresentanti delle altre cosche e coordinava le attività illecite del sodalizio; riceveva per il suo mantenimento periodiche elargizioni di denaro da parte degli altri esponenti apicali della cosca;
- MOLINETTI Luigi detto Gino, in qualità di dirigente ed organizzatore dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dal suo ruolo di storico esponente della ndrangheta di Archi, organizzata intorno alle ndrine federate De Stefano /Tegano e dalla sua attiva partecipazione, unitamente al fratello Alfonso cl. 57, alla guerra di ndrangheta consumatasi tra il 1985 ed il 1991. Impartiva ordini e dava indicazioni operative agli affiliati, anche in funzione della raccolta estorsiva; manteneva i rapporti con i rappresentanti delle altre cosche cittadine, con cui condivideva Pagina 4 o l'aggressione patrimoniale delle attività economiche presenti nella città di Reggio Calabria; riceveva quote dei proventi delle estorsioni e delle altre attività illecite del sodalizio; individuava i nuovi associati; riceveva somme di denaro da destinare al mantenimento in carcere degli affiliati detenuti; occultava e custodiva le armi per conto del sodalizio. Si faceva promotore di un sottogruppo operativo, animato da spinte scissioniste per ottenere maggiore autonomia ed il controllo mafioso del territorio di Gallico;
- POLIMENO Lorenzo, in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dalla cosca De Stefano - per conto della quale svolgeva ruoli di comunicatore di messaggi nei rapporti con le altre cosche, anche in funzione della gestione delle attività estorsive e di infiltrazione economica, operando in stretta sinergia ed in esecuzione delle direttive impartite da Orazio De Stefano;
- MOLINETTI Salvatore Giuseppe, 1982, in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dalla cosca De Stefano e dal ruolo apicale svolto in questa dallo zio Luigi e da il padre Alfonso. Collaboratore di quest'ultimo, nonché di Carmine e di Giorgio De Stefano, di cui eseguiva ordini e direttive operative, anche in funzione dell'imposizione delle estorsioni e della raccolta dei proventi delle attività illecite del sodalizio; faceva da intermediario tra il padre (Molinetti Alfonso cl. 57) e Carmine De Stefano, in modo da consentire al primo — detenuto semilibero in Campania — di continuare a fornire il proprio contributo all'interno della cosca; manteneva i rapporti con i rappresentanti delle altre cosche cittadine, con cui condivideva l'aggressione patrimoniale delle attività economiche presenti nella città di Reggio Calabria;
- MOLINETTI Salvatore Giuseppe, 1989, in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dalla cosca De Stefano e dal ruolo apicale svolto in questa dallo zio Alfonso e dal padre Luigi. Collaboratore di quest'ultimo, di cui eseguiva ordini e direttive operative, anche in funzione dell'imposizione delle estorsioni e della raccolta dei proventi delle attività illecite del sodalizio; manteneva i rapporti con i rappresentanti delle altre cosche di ndrangheta; provvedeva al mantenimento in carcere ed al pagamento delle spese legali per gli associati detenuti; perpetrava nell'interesse della cosca reati contro il patrimonio; aderiva al sottogruppo operativo, capeggiato dal padre Luigi, animato da spinte scissioniste per ottenere maggiore autonomia ed il controllo mafioso del territorio di Gallico; occultava e custodiva le armi per conto del sodalizio;
- MOLINETTI Alfonso cl. 95 in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dalla cosca De Stefano e dal ruolo apicale svolto in questa dallo zio Alfonso e dal padre Luigi. Collaboratore di quest'ultimo, di cui eseguiva ordini e direttive operative, anche in funzione dell'imposizione delle estorsioni e della raccolta dei proventi delle attività illecite del sodalizio; manteneva i rapporti con i rappresentanti delle altre cosche di ndrangheta; provvedeva al mantenimento in carcere ed al pagamento delle spese legali per gli associati detenuti; perpetrava nell'interesse della cosca reati contro il patrimonio; aderiva al sottogruppo operativo, capeggiato dal padre Luigi, animato da spinte scissioniste per ottenere maggiore autonomia ed il controllo mafioso del territorio di Gallico;
- RAIVDISI Antonino, in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dalla cosca De Stefano, mettendosi a disposizione dei suoi organi di vertice e ed eseguendo le incombenze che gli venivano di volta in volta assegnate, anche in funzione dell'imposizione delle estorsioni e della raccolta dei proventi delle attività illecite del sodalizio. Collaborava dapprima di Luigi Molinetti e successivamente di Giorgio De Stefano; forniva a quest'ultimo un sistematico contributo per la cura degli interessi economico/imprenditoriali del sodalizio in Lombardia; accompagnava nei suoi spostamenti Giorgio De Stefano, anche in occasione delle Pagina 5 periodiche e clandestine trasferte a Reggio Calabria per la risoluzione di questioni concernenti il sodalizio; partecipava a riunioni operative con Giorgio De Stefano e Carmine De Stefano;
- SERIO Antonio detto Totuccio in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dal suo ruolo di storico esponente della ndrangheta di Archi, organizzata intorno alle ndrine federate De Stefano /Tegano e dalla sua attiva partecipazione alla guerra di ndrangheta consumatasi tra il 1985 ed il 1991; collaboratore di Carmine e Giorgio De Stefano e loro consigliere, quale decano ed esperto affiliato della cosca; manteneva i rapporti con Luigi Molnetti ed i lui figli; svolgeva funzioni di mediatore per la risoluzione delle controversie insorte all'interno del sodalizio; trasmetteva "ambasciate" per conto dei capi del sodalizio; manteneva i rapporti con i rappresentanti delle altre cosche di ndrangheta; riceva dai sodali somme di denaro per il proprio mantenimento.
- DE CARLO Maurizio Pasquale, in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Curava gli interessi imprenditoriali della cosca De Stefano nel settore dell'edilizia, acquisiva la formale titolarità o comunque concorreva nella gestione di ditte di fatto riconducibili all'associazione e ai suoi rappresentanti apicali (in particolare a Giovanni De Stefano cl. 1976); erogava somme di denaro per il mantenimento in carcere degli affiliati detenuti; forniva continuativa collaborazione ai rappresentanti apicali della cosca; fruiva della protezione di Luigi MOLINETTI anche in occasione delle tensioni insorte con Carmine De Stefano in ragione della spartizione dei proventi delle imprese da lui amministrate;
- LAGANA' Salvatore, in qualità di partecipe dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi, che aveva riunificato, intorno alla cosca De Stefano, più gruppi storicamente ivi operanti. Curava gli interessi imprenditoriali della cosca De Stefano e della federata cosca Tegano nel settore dell'edilizia; acquisiva la formale titolarità o comunque concorreva nella gestione di ditte di fatto riconducibili all'associazione e ai suoi rappresentanti apicali (in particolare a Giovanni De Stefano del 1976); forniva continuativa collaborazione ai rappresentanti apicali della cosca e a Maurizio Pasquale De Carlo; inviava messaggi ed "imbastiate" per favorire gli incontri di costoro con gli altri sodali ed i soggetti comunque contigui al sodalizio mafioso;
- POLIMENI Carmine, in qualità di organizzatore dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi - che aveva riunificato più gruppi storicamente ivi operanti e che nello specifico del Polimeni, traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dalla cosca Tegano - per conto della quale svolgeva compiti: di rappresentanza nelle relazioni con le altre cosche cittadine, di organizzazione della raccolta estorsiva e dell'infiltrazione mafiosa del settore della distribuzione alimentare;
- TEGANO Domenico, in qualità di organizzatore dell'articolazione della ndrangheta riferibile al territorio di Archi - che aveva riunificato più gruppi storicamente ivi operanti e che nello specifico del Tegano, traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante dall'omonima cosca e dal ruolo apicale svolto in questa dal padre Pasquale - per conto della quale svolgeva compiti di rappresentanza nelle relazioni con le altre cosche cittadine e di organizzazione della raccolta estorsiva, alle strette dipendenze di Carmine De Stefano.
- POLIMENI Antonino Augusto, in qualità di partecipe dell'articolazione della cosca che aveva riunificato più gruppi storicamente ivi operanti e che nello specifico del Polimeni, traeva fama criminale e capacità intimidatoria ed assoggettante della cosca Tegano - per conto della quale svolgeva ruoli di comunicatore di messaggi nei rapporti con le altre cosche, anche in funzione della gestione delle attività estorsive e di infiltrazione economica (parte della quale direttamente gestita nel settore dei servizi funebri), operando in stretta sinergia ed in esecuzione delle direttive impartite da Domenico Tegano.
- CANZONIERI Donatello, in qualità di dirigente dell'articolazione della ndrangheta, geneticamente riferibile alle articolazioni territoriali, originatesi nel territorio di Archi - che aveva riunificato più gruppi storicamente ivi operanti - agendo quale vertice apicale della stessa nel quartiere di Santa Caterina, nonché quale mediatore dei rapporti correnti tra i dirigenti e gli Pagina 6 organizzatori delle predette articolazioni territoriali della ndrangheta, a sostegno del governo delle stesse da parte di Carmine De Stefano.