'Ndrangheta. Prima i messaggi e poi le fiamme: ecco come "pretendevano" il tabacchino a Reggio Calabria (I NOMI)

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images 'Ndrangheta. Prima i messaggi e poi le fiamme: ecco come "pretendevano" il tabacchino a Reggio Calabria (I NOMI)

  31 maggio 2021 09:47

Sono Antonio Morabito 41 anni, reggino e Riccardo D'Anna nato a Siracusa, 28 anni, le persone arrestate stamattina a Reggio Calabria,  nel corso dell'inchiesta  denominata  “LA FABBRICA DEI CORNETTI” dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri.

LEGGI ANCHE QUI. 'Ndrangheta. Si rifiuta di vendere il suo negozio e glielo incendiano, due arresti a Reggio Calabria

Banner

Nello specifico, il primo è stato ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso ed entrambi di tentata estorsione, danneggiamento mediante incendio, detenzione e porto in luogo pubblico di arma da sparo in concorso ed aggravati dall’agevolazione mafiosa .

Banner

L’attività, diretta dai Sostituti Procuratori DDA Walter Ignazitto e Nicola De Caria ha consentito al Nucleo Investigativo cittadino di mettere in luce non soltanto le azioni illecite cui gli indagati sono dediti ma anche il ruolo centrale ricoperto da Antonio Morabito nella ‘ndrangheta dell’area meridionale di Reggio Calabria. Quanto acquisito nel corso delle indagini, oltre a fornire una plastica dimostrazione del pieno inserimento degli indagati nelle dinamiche mafiose locali, costituisce importante elemento di riscontro alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.

Banner

Le risultanze investigative hanno permesso di documentare come il Morabito, con l’ausilio del D’Anna, aveva inizialmente tentato di estorcere – attraverso l’invio di messaggi diretti al proprietario di un tabaccaio di Ravagnese - il consenso alla cessione della sua attività, e di fronte alle resistenze di quest’ultimo, aveva poi dato mandato al D’Anna affinché venisse appiccato il fuoco alla saracinesca dell’esercizio commerciale. E’ stato inoltre accertato come Antonio Morabito, in ragione del suo stabile inserimento all’interno della ‘ndrangheta, fosse perfettamente in grado di procurarsi clandestinamente armi da sparo tanto da mettere a disposizione una di queste ad un soggetto non identificato mediante la collaborazione del sodale Riccardo D’Anna.

L’ indagine nel suo complesso ha consentito di porre sotto sequestro 2 imprese operanti nel settore della produzione e vendita di prodotti dolciari e della panificazione site a Reggio Calabria per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.

Ad esito dell’ esecuzione del provvedimento cautelare, entrambi gli arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner