'Ndrangheta tra Anzio e Nettuno, in 66 rischiano il processo: ipotesi scioglimento dei comuni

di PAOLO CRISTOFARO

La rete della 'Ndrangheta che continua ad espandersi nello stivale. Nell'occhio del ciclone, dopo alcune inchieste partite a inizio anno, i due comuni di Anzio e Nettuno, per quali il Ministero dell'Interno dovrà valutare un eventuale possibilità di scioglimento per infiltrazioni mafiose. In ben 66 rischiano un processo per legami con le famiglie calabresi, in particolare di Guardavalle, nel Catanzarese, ma anche di Santa Cristina d'Aspromonte, nel Reggino. Clan che si sono espansi nel centro-Italia, come testimoniato ormai dalla cronaca degli ultimi anni.

Le misure cautelari risalgono a febbraio scorso, su richiesta dei pubblici ministeri delle sezioni antimafia di Roma. Stavolta il pericolo per le amministrazioni comunali pare più elevato che in altri casi. L'intento delle famiglie mafiose sarebbe stato infatti quello di puntare proprio ai rapporti con le pubbliche amministrazioni, riuscendo a mettere le mani sui appalti pubblici comunali e sulla gestione dei rifiuti. 

L'obiettivo, insomma, sarebbe stato quello di riuscire a pilotare - ancora al vaglio il ruolo dei politici locali - gli appalti per lavori di manutenzione cittadina. Nelle intercettazioni anche possibili rapporti internazionali, con paesi sottosviluppati, ad esempio il Ghana, più volte menzionato nelle telefonate intercettate dagli inquirenti. Questi ultimi starebbero scandagliando anche gli appalti affidati proprio dal sindaco di Anzio, Candido De Angelis. Le microcamere piazzate dai Carabinieri dei reparti investigativi, avrebbero ripreso anche meeting con politici e faccendieri. In una conversazione dicevano: ''Siamo un bel gruppo, ma più arrivi sopra meglio è''.

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