Ottimizzare energie e risorse, creare rete intorno agli attrattori territoriali, tra cui produzioni e filiere agroalimentari, per dare impulso alle economie locali, integrandosi in una più ampia dimensione di crescita regionale.
Una politica che il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia Pietro Falbo porta avanti nell’ambito dell’area vasta di riferimento e che nei giorni scorsi, nella sede vibonese dell’Ente camerale al Valentianum, ha visto come protagonista il prodotto agroalimentare tipico “’Nduja di Spilinga” per potenziarne la valenza di attrattore identitario e di brand territoriale. Il presidente Falbo ha incontrato i produttori, gli esponenti dell’omonimo Consorzio, Associazioni di categoria e rappresentanze professionali per ascoltare il loro punto di vista e condividere attività di tutela e valorizzazione competitiva del prodotto, di imprese, filiere e territorio.
Accanto al presidente i consiglieri camerali Pietro Bozzo, che anche come direttore di Coldiretti ha favorito l’iniziativa, Rosalinda Romano, componente della giunta camerale e il segretario generale Ciro di Leva.
“Vogliamo conoscere direttamente da voi – ha detto il presidente Falbo ai presenti- tutte le questioni che ruotano intorno ad un prodotto dalla valenza fortemente simbolica, espressione di un patrimonio di tradizioni, saperi e sapori riferibili all’eccellenza di un sistema produttivo che opera in un’area di nostra competenza istituzionale, in modo da attivare la migliore collaborazione per raggiungere quello che è sicuramente un obiettivo comune”.
Il dibattito sollecitato dal presidente ha di fatto evidenziato multiformi aspetti: la storia della ‘Nduja e il suo corretto fonema, i suoi caratteri distintivi riferibili allo specifico perimetro territoriale, appunto quello di Spilinga e aree contigue, dove la scelta imprenditoriale condivisa di antiche tecniche di lavorazione e precise caratteristiche di qualità, così come anche il microclima, ne determinano le caratteristiche di eccellenza e unicità, quelle stesse che ne fanno un prodotto noto e apprezzato in tutto il mondo da chef stellati, cuochi amatoriali, blogger, semplici estimatori tanto che, risultandone evidente il potenziale economico e commerciale non sono rari non solo i tentativi di imitazione, ma anche quelli di ampliare l’area geografica di identificazione tipica, di cambiare la denominazione del prodotto in ‘Nduja di Calabria”, di un minor rigore quanto a qualità della materia prima utilizzata. Questioni che hanno inevitabilmente focalizzato l’attenzione del presidente Falbo e dei suoi interlocutori sullo stato delle procedure di riconoscimento del Marchio IGP che, avviato nel 2008 dal “Consorzio ‘Nduja di Silinga”, ancora non si è concluso –come hanno sottolineato i suoi rappresentanti- per silenzi istituzionali come per richieste ministeriali non sempre accettabili se non a costo di snaturare il prodotto e la sua identificazione territoriale, con conseguente pregiudizio di produttori e consumatori, oltre che di una evidente competitività.
“È per fare squadra su queste questioni che siamo qui oggi- ha detto il presidente Falbo-. La Camera di Commercio sarà accanto a voi sollecitando anche gli altri partner istituzionali su iniziative congiunte di tutela e valorizzazione della ‘Nduja di Spilinga e della sua filiera, soprattutto per giungere al rapido riconoscimento del Marchio IGP”.
Parole apprezzate dai produttori e dalle rappresentanze associative presenti che hanno ringraziato fiduciosi il presidente Falbo, accogliendo con particolare favore la sua proposta conclusiva, concreta e operativa: “Ci attiveremo –ha detto Falbo- per una interlocuzione diretta col Ministero competente perché ogni questione pendente venga ad essere risolta nella direzione di una certificazione che risponda alle legittime attese dei produttori, alle prospettive di sviluppo del territorio, agli interessi di una intera comunità, nel segno della qualità e della credibilità”.
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