di GABRIELE RUBINO
Sul progetto dell’integrazione degli ospedali catanzaresi è calato il silenzio. Dopo l’impugnazione della legge regionale da parte del governo non si sono registrati passi in avanti. L’immagine dell’azienda unica si è sfocata. A confermarlo è anche l’anteprima del nuovo programma operativo regionale (leggi qui) che, pur essendo ancora una bozza, si dimostra parecchio “timida” sulla realizzabilità della fusione piena tra Pugliese e Mater Domini. Nel documento ci si limita a riepilogare la successione degli eventi dell’ultimo anno fino appunto al ricorso dell’esecutivo innanzi alla Corte Costituzionale, tuttora pendente. Una delle poche certezze è che non figura affatto il presidio di Lamezia (dell’Asp di Catanzaro), che è stata una delle debolezze del provvedimento del Consiglio regionale. In maniera piuttosto soffusa, viene fuori «un piano di efficientamento», che dovrebbe gradualmente portare all’unificazione degli uffici amministrativi e all’integrazione di alcuni servizi clinici. La data indicata è il 31 marzo 2020. Una fusione light, insomma.
I DUPLICATI- La rassegna dei doppioni è comunque lunga. Nella bozza si legge: «Sussistono duplicazioni tra le due Aziende per le discipline chirurgiche di Ortopedia e traumatologia, Chirurgia generale e Senologia (afferente alla Uo di Chirurgia generale). Anche Cardiologia e l’UTIC, discipline ad alta specializzazione e con attività interventistica, risultano essere duplicate». Lo stesso vale per l’oncoematologia. «La disciplina di cardiochirurgia è presente oltre che alla Mater Domini, nella Casa di Cura privata accreditata Sant’Anna di Catanzaro. La neuroradiologia interventistica – prosegue il documento inviato al ministero- presente presso l’Aou Mater Domini non risulta funzionalmente integrata con il DEA di II livello, collocato presso l’Ao Pugliese Ciaccio, determinando una criticità/discontinuità del processo di cura e del percorso diagnostico terapeutico». Pollice verso anche per le duplicazioni sui laboratori di analisi.
IL PROGETTO DEL NUOVO OSPEDALE IN BILICO- Solo in un punto del documento si dice che: «Condizione essenziale per l’integrazione è l’esistenza di un unico DEA di II livello». Tuttavia, non sarà un caso, se nel capitolo dedicato ai nuovi ospedali, l’investimento per Catanzaro sia l’unico senza un cronoprogramma e sono spariti i riferimenti alle cifre del progetto (era 230 milioni, suddivisi fra nuovo presidio a Germaneto, adeguamento del Policlinico universitario e Cittadella della Salute al posto del Pugliese). Come a dire che ancora a lungo Pugliese e Mater Domini resteranno fisicamente separati. Così come non compare più il potere negoziale del governatore. La firma sul protocollo d’intesa, atto essenziale per suggellare la fusione, è prevista soltanto fra rettore dell’Umg e commissario ad acta della sanità.
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