Puntuale e interessante la testimonianza di Vincenzo Speziali nel ricordo di Mario Casalinuovo che oggi avrebbe campiuto cento anni di una vita terrena vissuta intensamente nel rispetto dei veri grandi valori umani e sociali. Speziali ricorda Mario Casalinuovo nella sua alta dimensione di uomo e padre di famiglia, di autentico "principe del Foro" catanzarese quale avvocato, di politico coerente sempre con i suoi principi ideali ispirati al vero e puro socialismo, di scrittore, di catanzarese che ha amato la Città. Di un uomo di cui anche oggi non disperso quanto Egli ha fatto. Per farlo conoscere anche a nuove generazioni che devono conoscere chi a Catanzaro ha portato vanto. Come è stato appunto capace di fare Mario Casalinuovo che mi onoro anche io di aver conosciuto (enzo cosentino)
di VINCENZO SPEZIALI
"Ah, lo vedi che pure tu, in fondo, sei un socialista?", mi fa Mario Casalinuovo, in uno dei nostri ritrovi, a casa dell'indimenticabile Elio Colosimo -grande uomo politico missino prima e finiano poi, più volte parlamentare della destra italiana- e della moglie Cio Pugliese (nobildonna catanzarese di impareggiabili umanità, eleganza e cultura).
Immediatamente, di botto e di rimando, pronto come sempre, rispondo d'un fiato: "Mario mio, certo che lo sono, è una questione di cromosomi" -il mio bisnonno, cioè il nonno di mia madre, è infatti Tiberio Evoli, medico illuminato, deputato di Melito Porto Salvo e Presidente del Gruppo Parlamentare del Partito Socialista Riformista, a cavallo degli anni intorno al 1910, dove erano iscritti persino i due Premier Socialisti dell'epoca, ovvero Ivanoe Bonomi e Francesco Saverio Nitti- "però", proseguo io, "nel mio DNA prevalgono quelli democristiani" (in ossequio a mio nonno, ovvero il padre, sempre di mia madre, più volte in Parlamento tra Camera e Senato).
Mario, ride, sornione, con quegli occhi pieni di espressività gentile, signorile, umana, insomma buona e mi fa una chiosa delicata, in quanto era ammiratore (e studioso) del nonno Tiberio, nonché amico e collega del nonno Ciccio: "la politica, la politica, per te non è vita, semmai viene prima di essa stessa, perché, attraverso loro, tu c'eri già prima. Poco importa se sei socialista o democristiano, ma rifatti ad entrambi e marcia nel solco da loro tracciato. Ovviamente quello di Tiberio lo preferisco, ma di Ciccio ho pure un bel ricordo".
Automaticamente, ma con sentito e doveroso rispetto -seppur forte di una confidenza che avevo con lui- gli rispondo, supportato da una delle mie battute (ed anche con Mario ne facevo a iosa e le apprezzava, come non mai!), ovvero "Mario, se io fossi socialista, altro che nonno Tiberio, Bonomi, Nitti e te, sarei Craxiano, perché quell'uomo è una forza di Statista".
A questo punto, incede Luigi Colosimo, da anni tra i miei più cari ed intimi amici, mio "autoelettosi biografo" (in verità, molto credibile) ed anche una delle persone più previgenti che conosco, il quale mi lancia uno dei suoi anatemi dissacranti, ma, al tempo stesso, veri "Bambolo`, statti attentu! Chissi non su` i tempi ppe` omini comu chiri i cui sta` parrandu". Posso dare torto a Luigi -e parliamo già di alcuni anni fa- se penso ai tentavi di insolenza di balbettanti circensi i quali credono di essere Shumann, ed invece sono di discutibile genia?
Ora, non per mischiare il pagano con il profano (difatti, non tocchiamo il sacro, né menzioniamolo, poiché è troppo, intimisticamente, importante, per me!), ma come si potrebbe dare torto a Luigi? Invece, Mario mi invitava a continuare, a persistere ed insistere, ad andare avanti e passavamo ore ed ore, pure ridacchiando o concedendomi il lusso del dialogo con lui e sempre con lui -noi due da soli- una sera di inizio Gennaio del 1998, andammo a trovare Francesco Cossiga, il quale era in visita privata in Calabria, a casa di Aurora Talarico.
Come sa il figlio Aldo, al quale l'ho raccontato -e lui se lo ricorda bene- quel piccolo tragitto in macchina con Mario, fu a dir poco accidentato, coetentemente ai paradossi di un "destino cinico e baro" (celebre frase di un altro grande socialista, ovvero Giuseppe Saragat).
Difatti, l'On.le Avv. Mario Casalinuovo, benché fosse stato persino Ministro dei Trasporti nel V° Fanfani (ma fu pure tante altre cose ancora, come primo Presidente del Consiglio Regionale, Deputato, Sottosegretario, Vicepresidente del Gruppo PSI alla Camera), non era certo un gran guidatore -come non lo sono io e a mia moglie, ai miei figli, ai miei amici e a chi me lo fa notare, rispondo sempre che saper condurre bene la macchina, non è un requisito fondamentale per governare, egregiamente, un Paese, perciò lascio la tal pratica da autista, piuttosto che da chauffeur (conducente in francese) ad "esperti" di fauna balbettosi (ove mai sapessero guidare)- dicevo, benché Mario fosse stato a capo del dicastero dei trasporti, l'avventura fu -per noi- come quella del "signor Bonaventura".
Mamma mia che temporale, quanta acqua e quali fulmini, mentre percorrevano la S.S. 106, con la mitica Ford Fiesta Bianca di Mario, la quale non era proprio "un auto blu" ministeriale, che per altro Mario non amava affatto (le auto ministeriali), essendo, credibilmente, umanamente ed intimamente, un socialista sociale, giammai populista anticlericale.
È, con lui, che ritroviamo la catarsi dell'idea laica -infatti i socialisti, quelli veri, a differenza dei comunisti e soprattutto dei berlingueriani (quest'ultimi, brutta gente!!!), rivendicavano il fatto di essere laici- ma Mario interpretava tutto ciò con delicata dolcezza, con un misto di pudore, coerenza, identità, che lo facevano un gigante della politica, quale era, non un cattedratico qualsiasi, né un aspirante sindaco, ovviamente di Shanghai!
Quante cose, ma soprattutto, quanti uomini così, ci mancano oggi, in un tempo che decade, al pari delle stelle che piombano dal firmamento del cielo, nelle notti di San Lorenzo, dove questo spettacolo cosmico ci mozza il fiato, mentre assistendo alla coeva pochezza umana e presuntamente politica, il respiro ci manca, proprio perché è come se fosse l'ossigeno a venir meno. Oggi Mario avrebbe compiuto 100 anni, ovvero un secolo, ma da quasi quattro non è più su questa terra, eppure, purtuttavia, lo avverto nella nostra via, incontrando Giuseppina, parlando con Aldo, stando da Cio e continuando a coltivare la personale passione (talmente grande, da condividerla entrambi) che si chiama politica: patti chiari, quella vera, l'unica, la quale mi accomuna a molti uomini perbene, del passato, ai pochi del presente e, speriamo, ai tanti del futuro, persino con le lacrime dolorose che solcano, silenziosamente, il mio cuore e annaffiano il mio animo, ma pensando con affetto e stima, al nostro "Leone socialista catanzarese"!
Un'ultima cosa, anche oggi e più di sempre, poiché sarebbe la più importante ed affettuosa: buon compleanno Mario!
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