di CARMINE MUSTARI
Continua ancora la programmazione degli eventi virtuali del Museo Civico di Taverna, presenta con l’undicesimo appuntamento, il video “Nell’Uno”, realizzato durante il lockdown da Elena Diaco Mayer (Padova 1968 – vive e opera a Catanzaro), artista già presente nel percorso del M.A.C.A.T. Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Taverna.
Con questa nuova progettualità creativa, l’Istituto culturale tavernese intende coinvolgere sempre più direttamente nel rapporto opera-fruitore, l’artista stesso, favorendo la sua imprescindibile partecipazione condivisa. “Nell’Uno” è un video di presentazione di dieci lavori dell’artista Elena Diaco Mayer sul rispecchiamento del sé. Contrariamente allo specchio comunemente usato, qui lo specchio non restituisce un’immagine nitida della persona in cui i tratti dell'individualità siano ben visibili. Lo specchio non è conferma di esistenza, del: "io sono". L’immagine riflessa, indefinita ed evanescente, evoca un senso di impermanenza e fragilità: "Io sono" non è una certezza. Come nello stato meditativo, in cui i contorni dell'individualità si dissolvono, lo sguardo sull'immagine di sé può diventare uno strumento di consapevolezza.
Perdendo i caratteri distintivi della persona resta l'immagine indistinta che rende simile ogni persona ad ogni altra. Resta ciò che accomuna tutti: l'essenza universale, l'Essere. La superficie specchiante diventa mezzo per mettersi in contatto con le nostre fragilità, il nostro essere impermanenti e privi di essenza propria, ma di conseguenza anche il nostro essere divino. L’Uno di cui siamo inseparabile parte.
La volontà del Museo Civico tavernese è e rimane la stessa sin dall’inizio delle precedenti proposte, va sottolineato comunque la poliedricità dell’offerta, che ha voluto offrire al visitatore virtuale un’ampia scala di presenze artistiche, sia nel genere sia nella tecnica, con un viaggio ideale che ha ripercorso tracciati classici e contemporanei. L’arte visiva e poetica di ogni artista coinvolto ha dato l’opportunità all’avventore mediatico di addentrarsi non solo nelle opere, ma anche nel linguaggio, infatti, l’intento di chi le ha proposte, ovvero il direttore del museo Giuseppe Valentino, non è stato focalizzato solo ed esclusivamente alla didascalia o iconografia, sarebbe stata solo una carrellata di foto, ma si è cercato di approfondire la stessa filosofia dei singoli attori, sia essi pittori, sia scultori, sia fotografi e altre muse presenti.
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