di EDOARDO CORASANITI
L'accusa gli era costata il trasferimento a Potenza, una perquisizione fatta in fretta in furia una mattina di dicembre del 2019 e una carriera graffiata. Oggi il Gup di Salerno ha smentito i reati contestati e messo la parola fine al processo di primo grado in abbreviato: è stato assolto Vincenzo Luberto, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, accusato di corruzione falso, omissioni d’atti d’ufficio, favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio mentre lavorava nei palazzi della Procura di Catanzaro. Secondo il processo iniziato dall'incartamento spedito a Salerno dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, Luberto avrebbe aiutato in un'indagine Ferdinando Aiello, ex parlamentare del Pd: anche l'ex deputato oggi è stato assolto per non aver commesso il fatto, come anche Luberto. La Procura di Salerno, competente a indagare i magistrati del capoluogo calabrese, in aula aveva chiesto 3 anni di reclusione.
L'accusa nasce da un fascicolo aperto dalla Dda di Catanzaro, dove Luberto avrebbe favorito Aiello in un'indagine su una presunta associazione a delinquere di stampo mafioso della Sibaritide molto attenta agli appalti pubblici. In particolare, Luberto avrebbe frenato i riflettori su un presunto voto di scambio tra il parlamentare Aiello e un imprenditore ritenuto vicino alla famiglia Forastefano. E ancora: anche ai carabinieri il magistrato avrebbe tirato il freno a mano per non andare a cercare fonti di prova contro Aiello. Per ricompensa, l'ex deputato avrebbe pagato alcuni viaggi al procuratore aggiunto. Per la Procura di Gratteri qualcosa non tornava e così ha mandato le carte nella città campana, che inizialmente contestava anche l'aggravante mafioso (poi caduta con il tempo). Nel frattempo chi non ha perso tempo è stata la commissione disciplinare del Csm: trasferimento cautelare a Potenza, con mansioni civili. In primo grado, però, è rimasto solo il castello accusatorio, tanto rumore e nessuna prova: il fatto non sussiste.
"Data l’inconsistenza dell’ipotesi accusatoria, si è optato per il giudizio abbreviato, rito che consente al Gup di entrare nel merito e valutare, funditus, le prove a carico e quelle a discarico. Dagli atti si è, sin dalle prime battute, evinto che i normali rapporti di conoscenza non potessero esser giammai equivocati per ipotesi penali", hanno commentato gli avvocati Mario Papa e Vincenzo Belvedere, rispettivamente i legali di Vincenzo Luberto e Ferdinando Aiello.
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