di NICOLA FIORITA
Ci sono momenti nella storia di una comunità in cui il bene collettivo deve necessariamente prevalere su quello individuale. Ci sono momenti nella vita di una città in cui si chiede a ciascuno di essere all’altezza del ruolo che si ritrova a ricoprire. Sono il coraggio, la determinazione, la responsabilità, la generosità a rendere degne le persone della carica che sono chiamate a ricoprire.
La richiesta da parte della Prefettura degli atti dell’indagine che lambisce le elezioni comunali del 2017 rappresenta il primo passo di un procedimento che potrebbe condurre allo scioglimento del comune e al suo commissariamento. Sarebbe un disastro. Un disastro irrimediabile.
Non intendo in nessun modo entrare nel merito delle vicende che stanno alla base di questo atto, né del contesto in cui esso si colloca. Non è questa la sede e non è mio costume imbastire processi o attribuire responsabilità, ma a nessuno può essere consentito ignorare il problema o pensare di risolverlo riconvertendosi, con una breve dichiarazione, da alfiere del leghismo ad aderente di lungo corso di Forza Italia.
Sappiamo tutti che anche solo la nomina di una commissione che valuti la possibilità dello scioglimento sarebbe un’onta senza precedenti per la nostra città. Uno schiaffo alla sua storia che Catanzaro non merita. Sappiamo tutti che un lungo commissariamento, che giungerebbe peraltro dopo questa lunga e disastrosa pandemia, significherebbe la paralisi della vita amministrativa, il peggioramento dei servizi, forse la morte definitiva di una parte consistente dell’economia cittadina.
L’immagine, la vita, il destino di Catanzaro e dei suoi abitanti contano più di ogni altra cosa. Più del consenso ottenuto, più del futuro personale, più del ruolo di consigliere comunale.
Ho conosciuto, nel periodo in cui ho rivestito la carica di consigliere, molte persone oneste, sinceramente innamorate di Catanzaro, desiderose di fornire un contributo utile alla comunità. Consiglieri ed assessori che in un altro contesto avrebbero certamente potuto dare di più. Nel pieno rispetto della difficoltà in cui essi si trovano, nella assoluta comprensione dell’incertezza che circonda ogni scelta definitiva, chiedo loro di anteporre ad ogni altra valutazione l’amore per Catanzaro ed il senso di responsabilità. Le vostre dimissioni sarebbero un atto di amore, la vostra inerzia avrebbe il senso dell’egoismo e della mancanza di coraggio. E non c’è nessuna ragione al mondo perché voi sacrifichiate Catanzaro e la vostra credibilità per chi vi butterebbe al mare senza indugi per salvare se stesso.
Ci sono momenti nella storia di una comunità in cui tutta la grandezza, tutta la forza, tutto il bene sta nel fare un passo indietro. Catanzaro se lo merita, Catanzaro ve lo chiede.
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