Riceviamo e pubblichiamo la lettera sdegnata inviata da alcuni pazienti del Policlinico di Catanzaro.
“Se per misurare li grado di civiltà di una comunità si facesse riferimento alla qualità degli ospedali, la città di Catanzaro e la Calabria tutta farebbero una pessima figura. E' fatto arcinoto che quella attuale passerà alla storia come una delle estati più calde, durante la quale si è arrivati di sovente a superare i 40° ed ni cui è difficile trovare refrigerio anche con l'uso dei climatizzatori. Figuriamoci senza. Eppure proprio ni una struttura sanitaria pubblica, come il policlinico di Germaneto, un luogo che si presume debba essere attrezzato per garantire i servizi elementari per la salute dei malati e dei lavoratori, i climatizzatori non funzionano. Ci troviamo nel reparto di pneumologia, epatologia, nefrologia e gastroenterologia ma li disagio è diffuso anche in altri reparti e tutti siamo costretti a vivere una situazione inconcepibile ed inaccettabile, sia come normali cittadini ma, ancor più, come persone che per definizione sono fragili ed esposti a rischio infezioni. Assumiamo farmaci che rendono difficile dormire e, se ciò è già difficile in situazioni normali, qui con queste temperature africane, alle prese con cannule e medicazioni varie, diventa impossibile. Allora di fronte a questo scempio umano ci chiediamo, perché in Calabria, in una struttura universitaria che si vuole far diventare eccellenza, non si riescono a garantire i servizi minimi richiesti dal comune senso di civiltà ed umanità? Dove sono i commissari alla sanità? Cosa fanno i super manager e mega direttori con i loro esagerati ed immeritati stipendi? Perché non escono dalle loro belle comode e fresche stanze per conoscere e risolvere i disagi di malati ed operatori sanitari? Da quanto abbiamo avuto modo di rilevare, il guasto ai climatizzatori nei reparti si trascina dal mese di giugno. Con quale coraggio si costringono persone che hanno necessità a vivere tanto disagio? Giusto per non farci mancare niente anche i distributori di bevande e cibi freschi, sono in attesa di qualche sblocco burocratico e sono stati ritirati senza essere sostituiti con i nuovi. Insomma la nostra esperienza sembra dire " ¡ malati calabresi hanno e schiattà"! Forse è proprio così, ma noi speriamo che li nostro grido trovi qualcuno in grado di ascoltare”.
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