"L’assegno di invalidità civile da ora in poi sarà riconosciuto solo a chi non lavora. Con messaggio n. 3495 del 14 ottobre 2021 l’ INPS fa sapere che uno dei requisiti per ottenere la prestazione assistenziale è l’inattività lavorativa uniformandosi al recente orientamento della Corte di Cassazione secondo cui “il mancato svolgimento dell’attività lavorativa di cui all’articolo 13 della legge n.118/1971, integra non già una mera condizione di erogabilità della prestazione ma, al pari del requisito sanitario, un elemento costitutivo del diritto alla prestazione assistenziale, la mancanza del quale è deducibile o rilevabile d’ufficio in qualsiasi stato e grado del giudizio.” E quanto afferma in una nota il responsabile provinciale del Dipartimento Lavoro di Fratelli d’Italia Danilo Romeo.
"L’assegno di invalidità civile-spiega Danilo Romeo- viene riconosciuto dall’ Inps dopo aver accertato una ridotta capacità lavorativa pari o superiore al 74% per le persone di età compresa fra i 18 e i 67 anni, con la possibilità di svolgere un’ attività lavorativa nei limiti di 4.931 euro annui senza perdere il diritto all’assegno. Questo non è più possibile dal 14 ottobre 2021, infatti nel testo che l’Inps ha pubblicato si legge che “a partire dal 14 ottobre 2021 liquiderà l’assegno mensile di assistenza, in presenza di tutti i requisiti previsti dalla legge, soltanto nel caso in cui risulti l’inattività lavorativa del soggetto beneficiario”. E’ assurdo che uno Stato e di conseguenza il suo Istituto Previdenziale impedisca ad un soggetto che già trova difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, di non svolgere alcuna attività lavorativa seppur minima".
"Viene da chiedersi, continua il responsabile del Dip. Lavoro di FDI provincia di Catanzaro, tutte quelle belle parole sull’inclusione sociale dove sono finite; da parte dell’ Inps una scelta a dir poco scellerata- prosegue Danilo Romeo- che spingerà le persone affette da disabilità all’autoisolamento, alla rinuncia di percorsi formativi che permettevano al soggetto fragile di sentirsi autonomo e parte di una società. Invitiamo il Governo a trovare una soluzione rapida, per non escludere definitivamente le persone affette da disabilità, già penalizzate da riforme sociali inefficienti e da un contesto storico difficile segnato dalla pandemia. Vogliamo sperare, conclude Romeo, che tali scelte non siano dettate da una necessita finanziaria, visto la coperta sempre corta, seppur sembrerebbe che per altre prestazioni i fondi vengono reperiti".
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