di CATALDO NIGRO*
"SENTINELLA, quanto resta della notte ?
È la domanda che in tanti ci poniamo ogni giorno in rapporto alla difficile, tragica e complessa situazione in cui il mondo è crollato a causa dell’arrivo imprevisto del coronavirus.
Una molecola invisibile ma molta insidiosa per la salute delle persone che ha già causato tanti morti e procurato alla umanità danni incalcolabili oltre a produrre paure e sgomento nella totalità delle persone che vivono in continua apprensione in quanto inedita e fuori controllo, per cui la Scienza medica non ha ancora trovato rimedio, nè prodotto farmaci-anticorpi.
Oggi, dopo un periodo di quarantena obbligata per tutti noi da parte dei nostri Governanti, con esiti abbastanza soddisfacenti, resta da interpretare quale futuro può vivere l’umanità e come orientarsi al cambiamento urgente quanto importante e delicato che ci aspetta.
Noi riteniamo che alla luce dei segnali ricevuti dobbiamo dare corpo e incentivare con coraggio alcuni valori essenziali dell’esistenza terrena quale la comune fragilità dell’uomo. Sopratutto dopo esserci attrezzato di strutture e sovrastrutture da farci sentire più ricchi, forti, indispensabili, privilegiati di fronte al passato.
Altro valore in assoluto da riscoprire e potenziare resta quello di costruire una società più fraterna basata sul principio “prendersi cura gli uni degli altri”. Non può esserci atto di vita individuale senza conseguenze sociali pertanto vanno orientate, aiutate e supportate le singole persone quanto le comunità, la società.
Necessità pertanto più Solidarietà voluta che unisce le persone e li renda più fratelli e sorelle, e meno essere umani isolati o abbandonati a se stessi.
Un terzo valore da privilegiare è il legame tra la famiglia umana e la creazione. Occorre una riflessione profonda sull’argomento, non rinviabile né tantomeno da sottovalutare se pensiamo alla globalizzazione attuale che ha portato certamente grandi progressi ma lasciato in balia del solo mercato, del solo profitto, e non della democrazia e della solidarietà, il mondo intero creando disuguaglianze forti e dissesti drammatici.
Per ripartire dopo l’emergenza del “coronavirus” è indispensabile ripensare il modello di sviluppo che comprenda la convivenza tra tutti i popoli all’interno dell’armonia con il creato, come ama illuminarci spesso Papa Francesco.
L’emergenza suscitata dal “coronovirus” si può superare -a nostro modesto parere- solo con gli “anticorpi” di una solidarietà che abbracci sia il creato sia la famiglia umana in quella sana ottica della piena complicità con il bene comune che non scarti nessuno.
Anziani, bambini, poveri sono quelli che maggiormente stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi che sta sconvolgendo il mondo sia in termini di morti quanto in termini di considerazione. Noi siamo tra quelli che sosteniamo da sempre, per cultura quanto per scelta, che la vita va difesa dall’inizio alla fine; come va difesa la dignità di ogni persona e la possibilità di sviluppo e miglioramento sociale non può restare patrimonio dei pochi ma diritto di tutti, nessuno escluso.
Oggi la pandemia che stiamo vivendo ci porta sempre di più a pensare che la si combatte con la solidarietà tra tutti. La solidarietà, che non va intesa quale spot, né quale moda del tempo che viviamo, né solamente quale spregevole convenienza individuale ma vissuta e praticata come stile di vita che nasce e si nutre della logica profonda e consolidata del concetto che siamo affidati gli uni agli altri per la umana convivenza.
Costruire un diverso e nuovo modello di sviluppo dopo aver superato la crisi sanitaria e in piena crisi economica, richiede più spirito di vicinanza e cooperazione,più partecipazione, più responsabilità e maggiore impegno di ognuno e di tutti, pertanto riteniamo utile quanto urgente partire con un patto di coesione sociale che sia volano di un progetto ampio quanto inclusivo che guardi ad un nuovo umanesimo ,partendo dagli anziani, da costruire insieme, in quanto persuasi che nessuno si salverà da solo".
Presidente Anteas Calabria
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