di MARCO VALLONE
Un sit-in del Coordinamento Regionale Controvento, con la presenza di diversi sindaci e rappresentanti delle istituzioni, contro le speculazioni energetiche e la distruzione del territorio che sarebbero causate, secondo il pensiero dei manifestanti, in Calabria, in Basilicata e in
Sardegna.
Questo il leitmotiv che ha animato i partecipanti alla manifestazione odierna, svoltasi sotto la Prefettura di Catanzaro, dove le comunità resistenti e liberi cittadini si sono dati appuntamento in nome della reale sostenibilità ambientale e del rispetto degli articoli 9 e 41 della Costituzione.
Non è stato oltretutto l'unico sit-in previsto oggi, posto che eventi dello stesso tenore si sono tenuti anche a Cagliari e Matera.
Oreste Montebello, in rappresentanza del Coordinamento Regionale Controvento (che è il coordinamento dei comitati e dei liberi cittadini, composto in 25 tra associazioni e comitati della Calabria), ha dichiarato come l'obiettivo sia quello di “portare avanti una campagna d'informazione sullo sfruttamento del territorio nella nostra regione ma non solo. Siamo impegnati da circa un anno in questo senso, e oggi ci troviamo in Piazza Prefettura con alcuni dei sindaci che si sono fatti portatori d'interesse riguardo alla devastazione che interessa proprio i loro territori”.
Successivamente alla manifestazione si è svolto un incontro col Prefetto di Catanzaro, a cui sono stati consegnati alcuni documenti che sono stati prodotti sul territorio, tra cui una lettera al Presidente della Repubblica Mattarella ( una lettera appello scritta qualche mese fa e firmata da esponenti del mondo della cultura, dai parroci e da altre persone sensibili alla tematica) e, inoltre, una lettera al Presidente Occhiuto, che “vogliamo interessare riguardo alla possibilità di poter prendere in considerazione le migliaia di firme che stiamo raccogliendo, tra l'altro, anche oggi in questa piazza. E' un appello trasversale che non riguarda solo una fazione di cittadini, che hanno firmato questo appello, ma tutta la popolazione, perché la difesa dell'ambiente non ha colore politico”.
E' una devastazione che concernerebbe sia “la terra, per quanto riguarda i grandi impianti eolici che noi preferiamo non chiamare 'parchi eolici', sovvertendo, se volete, anche questa narrazione sbagliata che viene posta da parte delle grandi multinazionali energivore, sia quella portata avanti con gli impianti solari su terreni agricoli, che non fanno altro che appesantire la produzione agricola sui nostri territori, e sia ancora gli impianti eolici offshore, che dovrebbero interessare la parte ionica della nostra costa”. Montebello precisa poi quali intendono essere le richieste da porre al Presidente Occhiuto: “intanto chiediamo la riattivazione del quadro paesaggistico territoriale, che è in disuso da diversi anni, e già solo quel tipo di norma regionale avrebbe la possibilità di poter impedire qualsiasi tipo di consumo di territorio. E poi proponiamo una cosa ben più importante: la costituzione delle CER, vale a dire le 'comunità energetiche', che trasformerebbe i cittadini da soli consumatori di energia elettrica anche in produttori. Questo è un sistema di produzione energetica che sarebbe auspicabile anche per impedire la possibilità di devastare ancora di più il territorio. All'interno di queste CER, che vorremmo fossero prese in considerazione tanto dal governo regionale ma soprattutto da quello nazionale, c'è l'intenzione di poter installare sulle aree compromesse, sul lastrico solare dei tetti (ma non quelli dei centri storici),sulle aree dismesse, sui capannoni industriali, una serie di pannelli solari. In più non vorremmo prevedere all'interno delle CER la costruzione di impianti eolici, né grandi né piccoli”.
“Ci rivolgiamo” - insiste Montebello - “a tutte quelle persone che vedono distrutte le loro possibilità future senza avere la possibilità di poter dire la propria. Quindi cerchiamo anche un appoggio da parte dei cittadini che tengono a questo territorio, e che vogliano confrontarsi anche politicamente con le istituzioni per non avere imposte delle cose che vengono dall'alto, senza sentire prima i nostri
territori. La voce è univoca, e quello che scriviamo dunque nei nostri striscioni è 'Rinnovabili sì, ma non così' "
A seguito dell'incontro col Prefetto è stato possibile anche raccogliere una dichiarazione della consigliera comunale Daniela Palaia, presente in prefettura, assieme ad altri Sindaci della Calabria, in rappresentanza del Sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita. “Siamo stati ricevuti da Sua Eccellenza il Prefetto. Catanzaro si è posta come capofila di un fronte comune di dissenso rispetto all'insediamento dei parchi eolici marini, ma in generale di tutti i parchi eolici, che non costituiscono un reale traguardo di autonomia energetica in quanto già la Regione Calabria è del tutto autosufficiente dal punto di vista energetico. Ci tengo a dire che il dissenso rispetto agli impianti eolici, sia marini che a terra, non è una contrarietà alle energie rinnovabili, ma proprio perché la Calabria ha già ceduto diverse parti del proprio territorio adesso non vuole anche subire l'attacco selvaggio, barbaro, del proprio mare, che è una risorsa turistica fondamentale. Il Prefetto si è detto disponibile anche a farsi da portavoce presso le autorità che hanno potere autorizzativo rispetto a questi impianti eolici e siamo fiduciosi che possa continuare un'interlocuzione istituzionale di livello e di qualità, posto che come amministratori comunali chiediamo un'interlocuzione utile, proficua, affinché si dialoghi con i territori. I sindaci non hanno né potere di autorizzazione né potere di veto rispetto agli impianti eolici, e mi riferisco soprattutto a quelli in mare aperto. Tuttavia i sindaci sono i primi depositari degli interessi dei territori e sono il principale punto di riferimento dei cittadini: è quindi loro preciso dovere farsi portavoce di queste necessità e della tutela dei propri territori. Ci sono implicazioni di tipo paesaggistico, o anche di tipo economico. Consideriamo che il Comune di Catanzaro vuole il porto, quindi un'infrastruttura cruciale e fondamentale per lo sviluppo turistico, e dunque immaginare in mare aperto una selva di pale eoliche evidentemente impatterebbe con le rotte navali che andremmo ad intercettare per lo sviluppo turistico della città. Potrei parlare ancora delle esigenze dei pescatori, in quanto l'installazione in mare aperto delle turbine eoliche condizionerebbe in ogni caso anche la fauna marina”. Quindi - conclude Palaia - “le ragioni sono tante, evidentemente anche il profilo paesaggistico verrebbe violentemente turbato. Non dimentichiamo che il paesaggio è tutelato a livello costituzionale dall'articolo 9, e quindi è un bene che merita la massima considerazione, il massimo rispetto, tutte le volte che si decide di interferire con esso. Siamo fiduciosi, presto i sindaci che si sono riuniti in un fronte comune contro gli impianti eolici chiederanno un appuntamento al Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto. Riteniamo e speriamo di trovare in lui un interlocutore attento alle esigenze dei territori, e dunque a breve speriamo di progredire ancora in questa nostra battaglia”.
Infine Valentino Santagati, rappresentante del “Movimento terra e libertà” della provincia di Reggio Calabria (confluito anch'esso nel Coordinamento Regionale Controvento”), ha evidenziato come sia stato fatto presente al Prefetto “come ci sia un disagio diffuso nei territori, un problema di tenuta sociale che si annuncia, perché tutti i cittadini della Calabria non vorrebbero la loro Regione destinata alla monocultura energetica. E noi rappresentanti della società civile, insieme ai sindaci,
abbiamo segnalato come la natura sia l'unica fonte di economia per questi territori. Quindi l'aggressione all'ambiente d'insediamento, che sta avvenendo attraverso la proliferazione di questi impianti, è uno svantaggio non solo ambientale ma anche economico. Il Prefetto ha raccolto le lamentele, e anche la documentazione prodotta dalle associazioni e dai sindaci con le loro delibere comunali, e i pareri ministeriali che avevamo a disposizione, come il parere di diniego al progetto primus fatto dal ministero della cultura. Il Prefetto ha detto che si farà portavoce presso i decisori politici".
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