Nomina coordinatore avvocatura regionale. La Fp Cgil invita "Santelli a seguire ciò che impone la legge“

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  19 agosto 2020 15:18

"Le ultime vicende legate alla nomina del coordinatore dell’avvocatura regionale della Calabria dimostrano, in maniera chiara, l’indirizzo che questa amministrazione regionale ha deciso di intraprendere rispetto alla gestione del personale. La logica che fa compiere determinati atti è sempre la solita, quella della mera sostituzione; mettere persone amiche in posti chiave. Se per fare ciò si infrangono le leggi, poco importa!". Così in una nota congiunta del Segretario Aziendale FP CGIL Regione Calabria - Giunta Regionale Ferdinando Schipano e del  Segretario Generale FP CGIL Calabria Alessandra Baldari.

"Questa organizzazione sindacale, non contesta, pur non condividendolo appieno, il sistema dello “Spoil System”, - prosegue la nota - cioè l’avvicendamento delle figure apicali all’interno degli enti. Tutto ciò, però, deve avvenire all’interno del quadro normativo di riferimento. Nel caso di questa nomina, bisognava prima procedere con una manifestazione d’interesse che partisse dalle risorse interne, nel caso si fosse rivelata infruttuosa, in quanto gli interni non fossero in possesso dei requisiti idonei a ricoprire tale ruolo, solo allora, ci si poteva rivolgere all’esterno ma con regolare avviso pubblico e non con una nomina esclusivamente di tipo fiduciario".

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"Invece - ribadiscono i sindacati - si è deciso di disattendere a questo sacrosanto principio di correttezza normativa. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, il Tribunale di Catanzaro sezione lavoro si è pronunciato in maniera chiara: “È Illegittima la nomina del coordinatore dell’Avvocatura regionale, non avendo la Regione Calabria pubblicato il relativo avviso e non avendo la stessa motivato né in ordine alla necessità di individuare il professionista cui conferire l’incarico tra soggetti esterni all’amministrazione, né in relazione alla scelta dello specifico soggetto individuato”".

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"Per rimediare alla pessima figura e rientrare nell’alveo normativo vigente, la Presidente Santelli cosa fa? Individua per ricoprire il ruolo di coordinatore dell’avvocatura, sia pur ad interim, il Segretario Generale Avvocato Borgo, commettendo, in questo modo, ulteriori illegittimità. Sarebbe bastato leggere la sentenza n. 18359 del 19 agosto 2009 della Corte di Cassazione Sezione Unite - si legge ancora sulla nota dei sindacalisti -  la quale prevede che nel caso in cui al dirigente pubblico vengano affidate altre responsabilità, diventa incompatibile con il mantenimento dell’iscrizione all’ordine forense, per capire che in questo caso la toppa è peggiore del buco".

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"Lo stesso Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro che aveva censurato fortemente la nomina dell’Avvocato Giuncato, costituendosi in giudizio, - evidenziano - si è nuovamente espresso sulla nomina ad interim del Segretario Generale, Maurizio Borgo, sostenendo, appunto, che tale nomina avrebbe violato la legge che, disciplinando le funzioni svolte dagli avvocati nell'alveo degli enti pubblici, impone la loro l’esclusività e l’iscrizione all’albo speciale. Infatti, l’avvocato Borgo, rivestendo un incarico dirigenziale di livello generale presso il  Dipartimento Segretariato, per il quale è stato posto in aspettativa e collocato fuori del ruolo di avvocato dello Stato, non può essere iscritto all’albo speciale e quindi non in possesso dei requisiti di legge".

"A questo punto una domanda sorge spontanea, perché la Regione Calabria non  applica le leggi dello Stato, o peggio ancora se ne fa beffa? E se anche in questo caso, gli organi preposti alla verifica e al controllo, dovessero ravvisare delle irregolarità nella nuova nomina, rendendo, di conseguenza, nulli tutti gli atti che dovessero pervenire dall’avvocatura regionale, chi pagherebbe? Nello stigmatizzare con forza l’eccessiva disinvoltura con la quale si interpretano leggi e regolamenti invitiamo il Presidente, On. Santelli, - concludono Schipano e Baldari - a ritornare sui propri passi e seguire pedissequamente ciò che impone la legge e ribadito nella sentenza del Tribunale di Catanzaro. Sperando che si capisca una volta per tutte che la pubblica amministrazione non può essere terreno di conquista da parte di nessuno o luogo dove si possono perseguire fini diversi da quelli istituzionali".

 

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