di MARCO AZZARITO CANNELLA
All’incirca un mese fa, nella mia ultima assemblea dei soci Amc Spa, ho pubblicamente affermato che la procedura di nomina del nuovo Amministratore Unico e l’intera gestione delle nomine delle partecipate aveva assunto i caratteri di una buffonata.
Non me ne pento, ma mi trovo costretto a precisare i contorni del termine, perché, per definizione, una buffonata è qualcosa di così leggero da non meritare alcuna considerazione, invece, la questione è diventata così importante da essere prima coperta dal segreto di Pulcinella e poi da necessitare, addirittura, l’invocato intervento del Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria per la semplice ostensione di atti che dovrebbero essere pubblici e accessibili a chiunque.
Ringrazio pubblicamente, il Dott. Paolo Macrina, Dirigente del Settore Servizi Finanziari Bilancio, Tributi, Partecipate del Comune, per aver osteso gli atti allo scadere dei termini di legge, in modo corretto e trasparente, precisandomi finanche che “non risultano agli atti verbali di valutazione dei candidati, per come richiesti” e ringrazio anche l’attuale Amministratore Unico della Amc Spa, per non aver formalizzato opposizione alcuna.
Del resto, stiamo parlando di un professionista stimato, di lungo corso e con notevoli competenze nell’ambito della propria attività professionale, quella di Avvocato esperto nel ramo penale e civile.
Non ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, ma apprezzo la sua correttezza e, ad essere sincero, mi è spiaciuto (e mi spiace) di averlo trascinato in una vicenda nella quale si trova coinvolto, senza alcuna responsabilità.
La mia, infatti, è una semplice critica al Sindaco della città di Catanzaro, Prof. Nicola Fiorita – esclusivamente nel suo ruolo di primo cittadino, rimanendo persona onorabilissima e rispettabilissima (lo preciso per qualche malpensante) – e alla sua “insostenibile leggerezza” nel condurre la vicenda relativa alle nomine delle partecipate e, a quanto sembra, la macchina comunale.
Senza voler entrare in merito al “garbo istituzionale” che ci si aspetterebbe dal Sindaco della Città capoluogo della Regione Calabria – per dire la verità poco, anzi pochissimo, viste le circostanze con le quali mi è stato comunicato di non essere più a capo di una società che ho amministrato con risultati positivi e soddisfacenti – stamattina, mi sono ritrovato un po’ confuso sui concetti di “trasparenza”, “merito” e “rinnovamento”.
Mai, avrei immaginato, infatti, che per rinnovamento, merito e trasparenza si intendesse pubblicare una manifestazione di interesse con dei criteri di preferenza, sbandierare una scelta “di merito” senza consentire agli altri partecipanti di verificarne l’effettività e cambiare i soli Amministratori di una società partecipata, concedendo proroghe a iosa per tutti gli altri.
Probabilmente dovrò iscrivermi ad un corso di linguistica generale, perché mi sono perso gli ultimi aggiornamenti dell’Accademia della Crusca.
Una cosa è certa. Da semplice cittadino italiano che ha partecipato ad una selezione pubblica con precisi criteri di preferenza, trovo scorretto che la stessa non sia stata rispettata, che non esistano verbali di valutazione dei candidati e che il Sindaco del capoluogo di Regione, affermi di aver fatto una scelta di “merito” nel rispetto di una procedura, di requisiti e criteri fortemente voluti e poi, inevitabilmente, piegati ad esigenze politiche.
Nulla di grave o irreparabile, per carità.
Bastava rispettare le norme di legge, senza impegnare il Consiglio Comunale nell’inutile predisposizione di un Regolamento Comunale dal valore pari allo zero e senza indire una manifestazione di interesse con dei criteri di preferenza che, a ragion veduta, sono rimasti lettera morta.
Bastava, semplicemente, assumersi le responsabilità che susseguono ad una scelta fiduciaria, senza quei proclami radical chic del tutto cambia (aggiungo io, perché nulla cambi) che hanno offeso la mia intelligenza e non hanno reso onore all’Avv. Eugenio Felice Perrone, professionista serio ed apprezzabile, scelto per le sue qualità e non vincitore di una manifestazione di interesse che non c’è mai stata, se non sulla carta.
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