Nuova stagione Politeama Catanzaro, Santacroce: “Un teatro che include, emoziona, educa”

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images Nuova stagione Politeama Catanzaro, Santacroce: “Un teatro che include, emoziona, educa”


  03 dicembre 2025 13:51

di FILIPPO COPPOLETTA

Un palco che respira, si allarga, chiama a sé la città. La nuova stagione del Politeama di Catanzaro sembra nascere proprio da questa immagine: un teatro che non vuole più essere soltanto un luogo da frequentare, ma un luogo che ti cerca, che ti invita, che ti parla in lingue diverse pur restando fedele a se stesso.

Antonietta Santacroce, sovrintendente della Fondazione, racconta questo nuovo percorso come si racconterebbe una casa appena rimessa a nuovo: con orgoglio, con tenerezza, con la consapevolezza di sapere cosa serva per far sentire chi entra, parte di qualcosa di più grande. E quando le si chiede quale idea di teatro voglia restituire, risponde attraverso una stagione che è già la sua migliore spiegazione: tredici spettacoli capaci di attraversare tradizione e contemporaneità, senza barriere né timori. Teatro per chi c’è sempre stato, certo, ma soprattutto per chi non è ancora entrato. Prezzi popolari, apertura massima, nessun ostacolo: la cultura, qui, vuole essere un bene comune nel senso più letterale.

Tra le pieghe del cartellone, la varietà non è un semplice ornamento ma un vero atto di dialogo. Santacroce insiste sul fatto che ogni spettacolo parli una lingua diversa, e che proprio queste differenze, messe una accanto all’altra, generino un discorso nuovo. La comicità diventa un corridoio per entrare in stanze più profonde, dove la riflessione è leggera ma non superficiale; e allo stesso tempo la durezza dei temi civili trova una forma fruibile, capace di incantare senza rinunciare alla sostanza. L’esempio arriva subito: la stagione si apre con Benvenuti in casa Esposito, che porta una risata piena ma anche l’ombra della legalità osservata da un’angolazione ironica. Si ride, sì, ma con la consapevolezza che ogni risata lascia un segno: in Calabria, certi richiami non possono mai essere innocenti.

Il parterre degli artisti è un altro modo di alzare lo sguardo. Santacroce parla dei grandi nomi come di fari che illuminano una città che merita una programmazione all’altezza delle grandi capitali culturali. Emma Dante con la sua ferocia poetica, Celestini con la sua umanità ruvida, Greg e Ninni Bruschetta che si muovono tra satira e impegno, fino ai debutti cittadini di compagnie e interpreti che il Politeama porta per la prima volta in Calabria. È un invito alla complessità: la violenza sulle donne in scena come un pugno necessario, la libertà di parola esplorata nel suo confine più fragile, le ingiustizie sociali raccontate attraverso figure che vivono ai margini ma definiscono il cuore della società. Tutto vibra di un’urgenza alta, ma sempre accompagnata dalla bellezza del teatro quando sa farsi specchio e abbraccio.

E poi c’è la musica, che quest’anno non è un semplice capitolo, ma un respiro profondo inserito nella struttura stessa della stagione. Il gospel che arriva da Atlanta come una chiamata ancestrale, il Concerto di Capodanno che debutta come una promessa di eleganza e festa, gli omaggi a Carosone e le atmosfere raffinate di Simona Molinari, fino al ritorno attesissimo del Barbiere di Siviglia. Santacroce lo racconta con l’entusiasmo di chi sa di restituire alla città un titolo atteso da vent’anni. Ma il dettaglio più prezioso è un altro: quel progetto educational che porterà la lirica direttamente nelle scuole, fino a far salire i bambini sul palco accanto ai professionisti. Il teatro, qui, non vuole solo formare: vuole far crescere.

Inclusione, poi, non come slogan, ma come pratica. Si pensa a spettacoli per famiglie, a interpreti amatissimi dal grande pubblico, a storie che sappiano parlare tanto ai nonni quanto ai bambini. C’è Drusilla con la sua ironia elegante e impertinente, c’è Paolantoni che reinventa le fiabe per tutte le età, c’è il teatro comico che si intreccia alla memoria, alla follia, alla condizione umana. E ogni volta la sensazione è la stessa: non c’è spettacolo che si limiti a intrattenere, tutto deve lasciare qualcosa, anche un piccolo graffio, una domanda, una scintilla.

Infine, lo sguardo al futuro. Per consolidare il ruolo del Politeama come riferimento regionale, Santacroce torna a parlare di ciò che per lei è fondamentale: i giovani, le scuole, le collaborazioni con chi può ampliare lo sguardo e portare a Catanzaro spettacoli irreperibili altrove. E, soprattutto, quella politica dei prezzi che definisce senza esitazione “inclusiva”: biglietti da 8 euro, abbonamenti accessibili, un invito a partecipare che non vuole escludere nessuno.

La promessa della stagione 25–26 è già nel suo titolo: “Un palco, mille emozioni”. Un titolo che non esagera, ma semmai resta stretto. Perché ciò che emerge da questa conversazione è l’idea di un teatro che torna a essere un bene essenziale, una casa comune che accoglie, educa, diverte, scuote e unisce.

Il sipario si alzerà il 13 dicembre. E Catanzaro, quest’anno più che mai, sembra pronta a entrare in scena.


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