Nuovi posti letto Covid al Pugliese-Ciaccio, Carolei (Cisl): "Rivedere il progetto, si rischia diffusione contagio"

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  12 gennaio 2022 22:17

"Diversi articoli apparsi negli ultimi giorni sui quotidiani regionali, in forma vaga, hanno resto noto che a causa dell'aumento della diffusione del Covid, in particolare della variante Omicron, in tutto il territorio nazionale, e in particolare in Calabria, ci sarà la necessità di reperire e creare nuovi posti letto. Tutto questo a discapito di chi?", lo domanda in una nota la dottoressa Luciana Carolei, segretario provinciale Cisl Medici (Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia), che prosegue: "L'attivazione di ulteriori posti letto dovrebbe essere effettuata anche nel nosocomio "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro, dove - ricordiamo- già nell'anno precedente l'allora commissario straordinario, il dott. Giuseppe Zuccatelli, aveva disposto, per Malattie Infettive, l'aumento da 15 a 34 posti letto e un aumento di 12 posti in Anestesia e Rianimazione senza adeguamento del personale.

"Il progetto attuale al Pugliese- aggiunge Carolei- prevede un aumento di posti non nelle stesse sedi o in un edificio adiacente e comunque isolato in modo da evitare la diffusione del virus che negli ospedali - è bene evidenziare- è inevitabile (le infezioni ospedaliere fanno statistica) non solo per i ricoverati ma anche per gli stessi operatori sanitari che lavorano quotidianamente negli stessi ambienti, senza dimenticare il rischio per tutti gli altri cittadini che ogni giorno si recano in ospedale per sottoporsi a prestazioni e cure sanitarie di qualsiasi tipo. Il rischio esiste ed è concreto considerando che gli ospedali sono ambienti chiusi e l'aerazione continua è impossibile. Il progetto contempla il trasferimento di una struttura complessa lasciando i locali disponibili per il ricovero di malati Covid e quindi adiacente ai normali reparti di degenza e cura. Tutto ciò - sottolinea la segretaria provinciale Cisl Medici- provocherebbe certamente per ogni cittadino l'impossibilità di un ricovero o di una semplice visita o prestazione senza rischio di contrarre l'infezione. Mi meraviglia pertanto come una task force competente ed un management sanitario responsabile non si pongano tali evidenti problemi prima di autorizzare un progetto del genere che aggraverebbe l'esigenza sanitaria in Calabria per tutte le altre patologie esistenti, inclusa l'urgenza che è quotidiana e notturna. Che fine hanno fatto -domanda Carolei- i Covid Hotel già autorizzati e pagati dalla Regione Calabria con la vecchia gestione e poco pubblicizzati? Forse in questo momento sarebbe opportuno migliorare e potenziare l'assistenza domiciliare rendendola più efficiente per il cittadino e dare la possibilità a tutti quei pazienti affetti da Covid che non hanno la concreta possibilità di seguire un regime di isolamento in casa propria di poter essere assistiti senza il pericolo di infettare i propri familiari. E' quanto sarebbe auspicabile in una regione che spera di migliorarsi, come più volte è stato ribadito dal nuovo Commissario ad acta e Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto".

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"L'alternativa ideale a questo progetto dovrebbe prevedere quindi una postazione  isolata dal corpo centrale in modo da rendere possibile cure continue (se si osserva bene queste strutture esistono già e se ne è parlato in abbondanza un anno fa). Magari evitando di replicare di quanto accaduto a Villa Bianca per cui sono stati spesi tanti soldi pubblici con la preparazione di nuovi posti letto mai utilizzati perché inadeguati per essere attivati. La task force, nell'emergenza in cui ci troviamo, dovrebbe suggerire l'apertura ed il potenziamento di strutture anche mobili per poter somministrare e processare i tamponi così da evitare l'afflusso negli ospedali  permettendo un tracciamento reale, utilissimo per evitare la diffusione", conclude Carolei.                                 

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