Piccoli passi avanti per tornare alla normalità. L'obiettivo del Governo Conte per le imminenti festività natalizie è quello di permettere un po' più di libertà ma fissando tuttavia paletti - come quelli che vietano assembramento e dunque di organizzare feste e banchetti- per evitare che salga la curva dei contagi da covid.
E così si pensa a deroghe minime per lo spostamento tra le Regioni, “zone rosse” nelle province dove il contagio da Covid 19 è alto ma senza escludere la possibilità di emettere ordinanze di chiusura a ridosso di Natale e Capodanno, proprio come accaduto dopo ferragosto per ordinare la serrata delle discoteche. Il timore che un allentamento delle regole possa far risalire la curva epidemiologica è ormai evidente.
La scuola
Nessuna novità sul fronte scuola. Non ci sarà alcun cambiamento rispetto al decreto ora in vigore: per i licei rimane la didattica a distanza almeno fino al 7 gennaio. Chiuse anche le università.
I negozi
Dal 4 dicembre l’orario dei negozi potrebbe essere prolungato fino alle 22 per garantire una minor affluenza ed evitare file agli ingressi. È possibile che si decida l’apertura dei centri commerciali nel fine settimana, rispettando però lo scaglionamento agli ingressi.
Bar e ristoranti
Nelle zone gialle potrebbe essere concessa la riapertura di bar e ristoranti anche la sera, ma sempre con massimo 4 persone al tavolo. Al momento sembra invece molto difficile che questa deroga possa valere nel periodo delle festività.
Confini regionali
La mobilità tra Regioni è uno degli aspetti più discussi. C’è la volontà di consentire ai familiari di rivedersi durante il periodo di vacanza, ma anche la paura che questo faccia aumentare i viaggi in maniera e dunque la circolazione del virus. Ecco perché si sta studiando una norma che individui alcune situazioni specifiche senza che si trasformi in una mobilità libera proprio come accaduto durante i mesi estivi.
Zone rosse
Per favorire il passaggio di alcune Regioni in fascia gialla, potrebbe essere concordata la “chiusura” di alcune aree dove più alto è il numero di contagi e soprattutto dove le strutture sanitarie mostrano di essere in affanno.
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