Nuovo Dpcm. Valentina Falsetta scrive a Spirlì: "Se avessimo vissuto un'altra realtà politica oggi non saremmo zona rossa al pari della Lombardia"

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images Nuovo Dpcm. Valentina Falsetta scrive a Spirlì: "Se avessimo vissuto un'altra realtà politica oggi non saremmo zona rossa al pari della Lombardia"
Valentina Falsetta
  04 novembre 2020 12:33

di VALENTINA FALSETTA

"Egregio presidente Spirlì, 

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Le scrivo in quanto seguo, come tutti i nostri corregionali, con costante preoccupazione la situazione sanitaria che ad oggi ci costringe più che mai a guardare la realtà. 

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Ho letto le dichiarazioni da Lei fatte sul decreto Calabria, a suo avviso peggiorativo della situazione sanitaria che viviamo, per poi riaccennare all'aumento dei posti letto per cui nulla in questi mesi è stato fatto.

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Lei sostiene che viviamo un difficile periodo storico e il suddetto decreto non farebbe gli interessi dei calabresi oltre che essere incostituzionale, il fatto e` che la nostra comunità sta vivendo tutte le difficoltà del caso per l'incapacità e la disonestà politica degli ultimi decenni, mi duole dire che se avessimo vissuto un'altra realtà politica, e mi riferisco anche alle scelte sbagliate o mancate di quest’estate, ad oggi non saremmo zona rossa al pari della Lombardia. Tutti siamo informati del motivo di tale risultato: zona rossa non perchè i contagi siano numerosi come i loro, bensì perchè abbiamo il sistema sanitario più povero e disorganizzato d'Italia, unitamente ad altri fattori che hanno contribuito negli anni a distruggere il poco che c’era lasciando ben poca speranza di un risollevamento in autonomia. 

In famiglia e fra colleghi, quando si discuteva di politica calabrese il punto comune era solo uno: il vaso di Pandora che prima o poi sarebbe stato scoperchiato. 

Spero che i calabresi tutti siano abbastanza coscienti da comprendere che l’a. D. 2020 e il covid hanno avuto questo infausto compito per la Calabria. Ed ora tutte le inchieste sulle casse pubbliche derubate, sui tagli del personale in percentuale maggiore di tutta Italia, sui posti letto diminuiti in vent’anni del 60% per le chiusure degli ospedali, sulle infiltrazioni ‘ndraghetiste che hanno reso necessario il commissariamento, ritornano alla luce. Finalmente sentiamo la gravità del problema sulla nostra pelle, dimentichi sovente dell’idea di comunità, forse serviva la percezione del rischio per non voltare più la testa dall’altra parte.

Anni di mala gestio, corruzione e disorganizzazione nella p.a., presidenti di regione che avrebbero avuto il potere e il dovere di organizzare e ristrutturare di fatto le macerie in cui viviamo: non c’è bisogno di estreme indagini per capire che se il 75% del bilancio regionale è destinato alla sanità e questa di fatto non funziona vi è qualcosa di estremamente sbagliato al di sotto. 

Il decreto Calabria sarebbe dunque incostituzionale perchè violerebbe il principio di autodeterminazione delle regioni? L'unico colpevole della situazione odierna sarebbe il commissariamento?  

Serve forse onestà intellettuale e sincerità nell'ammettere che in Calabria il commissario, e da oggi il super commissario, si sono resi necessari per provare a salvarci da noi stessi".

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