Obbligo vaccinale e diritto al lavoro, il sindacato di Polizia SNAP avvia un ricorso

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  05 ottobre 2023 10:30

"La Segreteria Nazionale SNAP ha costantemente seguito l’evolversi della giurisprudenza in relazione al tema dell’obbligo vaccinale che è gravato anche sui poliziotti", fa sapere la stessa sigla sindacale con una nota stampa. "In particolare ricordiamo che la circolare del 10 dicembre 2021, a firma del Capo della Polizia, inerente le disposizioni applicative dell’obbligo vaccinale per la Polizia di Stato prevedeva, oltre alla perdita temporanea del diritto di svolgere l’attività lavorativa, una serie di altre conseguenze previste nel periodo di sospensione", scrive la segreteria SNAP.

"Tra queste, in particolare: al lavoratore non è dovuto alcun compenso di carattere fisso e continuativo, né di carattere accessorio o indennitario; le giornate di sospensione non sono utili ai fini previdenziali, di anzianità di servizio e per la maturazione di classi o scatti economici o per l’avanzamento e non concorrono alla maturazione di ferie. Lo SNAP, avendo rilevato diverse pronunce, sia dei Tribunali del lavoro che dei Tar, in particolare Sicilia e Lombardia, ha richiesto allo studio legale Parenti l’elaborazione di un parere “ad hoc” in relazione alla “nuova” giurisprudenza sul tema", spiegano nella nota.

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"La Segreteria Nazionale SNAP ha, quindi, deciso di conferire apposito mandato allo studio legale Parenti di Roma al fine di assistere, in via stragiudiziale e giudiziale, i propri iscritti dalle conseguenze dell’inadempimento dell’obbligo vaccinale. In particolare l’azione sarà mirata ad ottenere il riconoscimento della progressione di carriera, nonché dell’anzianità di servizio oltre all’omesso pagamento dei contributi previdenziali sul TFS; bloccati dal Ministero dell’Interno durante il periodo di sospensione dall’attività lavorativa per  mancato adempimento dell’obbligo vaccinale. Evidenziamo che, per gli iscritti allo SNAP, i costi legali saranno interamente sostenuti dalla Segreteria Nazionale, restando a carico dei colleghi i costi fissi (vedasi contributo unificato) eventualmente dovuti, in quota fissa, in relazione alla propria situazione reddituale", conclude la note del sindacato.

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