"Non consentirò la mia uccisione politica". Così il presidente della Regione Roberto Occhiuto nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi in Cittadella.
Occhiuto, contestando l'indagine che lo riguarda e di cui si è avuto notizia nei giorni scorsi, ha detto: "Mi sento stuprato, ma sono in formato combattimento".
“Non credo che ci sia una cospirazione della magistratura e non l’ho mai detto – aggiunge Occhiuto - spero che le carte non siano uscite dalla Procura o dalla pg, non so da dove provengono, forse da un avvocato comunista... Ho avuto tantissime solidarietà di molti dirigenti nazionali e locali di tutti i partiti del centrodestra, persino da Salvini, un grande sostegno. Per altri esponenti politici questo sostegno non c'è stato, io invece non mi sono mai sentito solo. Ho un solido rapporto con le leadership nazionali, non credo di avere problemi su questo versante. Ma il sostegno più consistente, straordinario l'ho ricevuto dai calabresi, così straordinario non l’ho ricevuto nemmeno dopo essere stato operato. Tutti i presidenti di Regione prima di me sono stati indagati o anche colpiti da misure cautelari, in gran parte sono stati poi assolti ma sono stati uccisi politicamente. Io non consentirò la mia uccisione politica". "Non mi faccio azzoppare, mi candiderò e oggi lo dico con ancora più convinzione per dimostrare che c‘è stato in Calabria un cambio di passo e voglio che siano i calabresi a giudicare se ho governato bene”.
Ho improntato la mia attività al massimo rigore e non mi va che sia sporcata la mia immagine e quella della Calabria senza dire nulla”. Ha aggiunto. “Non so – ha proseguito Occhiuto - chi abbia fatto circolare le notizie, so solo che ho ricevuto due fogli venerdì 6 giugno, con un atteggiamento molto corretto della Guardia di Finanza. Sono rimasto basito, era la prima volta per me, dalle carte non si comprendeva quali fossero le accuse. Ho chiesto alla Finanza che non vi fosse fuga di notizie fino a quando non sarei stato sentito. Le voci sono circolate, ho capito che la notizia sarebbe uscita e ho deciso di comunicarla. Il 12 giugno - ha proseguito Occhiuto - mi è stato negato l’accesso alle carte, il 14 giugno leggo le notizie sul ‘Domani’: qualcuno le ha date, io sicuramente no, avendo solo due foglietti”. Occhiuto ha poi sostenuto: “L’idea di ricandidarmi l’ho annunciata più volte in passato. Non dico che tutto parta da qui. Quando avrò in mano il fascicolo potrò avere maggiori certezze, magari è legato all'iniziativa di qualcuno desideroso di ostacolarmi, ma oggi non sono nelle condizioni né di dirlo né di smentirlo. E poi non sono un complottista”.
Occhiuto si è poi detto “arrabbiato perché i fatti contestati sono inconsistenti, non c’è nulla di assimilabile alla corruzione, ma non cambio atteggiamento: governo una regione complicata ed è giusto che i magistrati indaghino, anche su di me. Non chiedo maggiori garanzie, anzi chiedo di essere sentito al buio e senza aver visto le carte. Svolgo una funzione pubblica e ho buttato il sangue per la Calabria, per fornire una narrazione diversa della regione. Il fatto che oggi si sporchi il mio lavoro – ha proseguito il presidente della Regione - è per me insopportabile. Sollecito, ancora una volta, i magistrati a chiamarmi. Non sento di dover attaccare la magistratura, con cui ho lavorato fianco a fianco con la massima stima, voglio solo si sappia che se dovesse esserci qualcosa che ha indotto la polizia giudiziaria o un sostituto procuratore ad agire, sono nella condizione di chiarirla”.
“Quale sarebbe il patto corruttivo? Io ero socio di una società privata e mi accusano di aver avuto benefit. Quando mi chiameranno i magistrati farò vedere i miei rapporti societari. Sono normali rapporti tra soci come avviene in tutta Italia. Non c’è alcun patto corruttivo perché io non ho detto ‘ti nomino per avere utilità in cambio”, non c’è stata alcuna nomina. È una accusa lunare". Lo ha detto in particolare ai suoi rapporti con uno degli indagati, Paolo Posteraro, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. "Si tratta di normali rapporti tra soci, come avviene in tutte le società d’Italia. Posteraro – ha spiegato il presidente della Regione Calabria - è mio socio da anni e non è uno scappato di casa, in linea di principio avrei potuto nominarlo perché ci sono nomine fiduciarie ma proprio perché sono un maniaco del rigore non l’ho fatto ma anche - ha concluso Occhiuto - per dare un segnale alle altre persone che governano con me: potrebbe venire un assessore a dirmi ‘se lo fai tu perché non posso farlo io’”.
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