Nei giorni scorsi la polizia municipale di Catanzaro ha eseguito l'ordinanza di sgombero dell'attività di lavorazione marmi. L'area ritorna nella disponibilità del Comune. Una lunga vicenda fra ricorsi, verifiche e anche una segnalazione alla Corte dei Conti
04 dicembre 2022 10:18di GABRIELE RUBINO
Un contratto scaduto da oltre un decennio, canoni non pagati, ricorsi e un bene comunale occupato senza titolo. Sono gli ingredienti della saga della marmeria all’interno del cimitero di via Paglia a Catanzaro. Storia che nei giorni scorsi ha avuto una svolta: è infatti stato eseguito lo sgombero dei locali in cui si svolgeva l’attività e la pertinenza esterna. L’area torna nella disponibilità del Comune di Catanzaro. L’operazione è stata eseguita dalla sezione commerciale della Polizia municipale, in collaborazione con i settori Gestione del Territorio e Patrimonio, su impulso dell’Amministrazione guidata dal sindaco Fiorita. L’ordinanza di sgombero era stata adottata a maggio di quest’anno ‘per occupazione sine titulo di un bene appartenente al patrimonio indisponibile’ ed è stata eseguita nei giorni scorsi dopo l’ultimo pronunciamento della giustizia amministrativa favorevole a Palazzo De Nobili.
Il contratto con il privato era stato stipulato nel lontano 2004 e sebbene la scadenza fosse fissata per il 2008, l’occupazione dello spazio nell’area cimiteriale è continuato per altri quattordici anni. Il faro degli uffici comunali si accende nel 2015 a causa dei mancati versamenti dei canoni dovuti dalla ditta con tanto di ispezioni e verifiche da cui era emerso, fra l’altro, anche l’occupazione dell’area esterna ai locali dell’attività artigianale con materiali, macchinari e manufatti. A proposito di canoni, stando ai calcoli (aggiornati al 2021 con riferimento l'anno 2020), il Comune avrebbe dovuto incassare circa 135 mila euro. Ma all’appello mancano due anni.
Una piccola parte dell’incasso del Comune è stato realizzato con l’attivazione dello strumento della mediazione presso la Camera di Commercio, anche se più volte (sia lato privato e sia lato Comune) gli incontri sono spesso saltati per assenze. Mediazione che è stata oggetto di dissidi all’interno dello stesso Comune. Il settore, con una riservata del giugno 2021, puntava l’indice contro il settore Patrimonio. Nel documento si contesta l’elaborato tecnico dell’Agenzia delle Entrate in base al quale si sono stabiliti i termini della conciliazione, poiché si sarebbe ‘ridotta’ la superficie utilizzata a cui applicare il canone. Nel documento si legge che l’elaborato: “presenta gravi errori in quanto, senza alcuna specificazione dei criteri di calcolo adoperati”. E ancora l’Avvocatura scrive: “Sembra evidente che l’utilizzo di tale elaborato, sia pure nell’ambito della procedura di mediazione, comporterebbe un gravissimo danno per il Comune di Catanzaro”. Addirittura, l’Avvocatura suggerì di “non proseguire oltre nella mediazione”.
Per non farsi mancare nulla tutto il fascicolo è stato inoltrato alla Procura della Corte dei Conti già nel 2021 e sono state rispediti al mittente (il privato) anche i ricorsi al giudice di pace contro le varie sanzioni irrogate dalla polizia municipale.
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