“Mario Oliverio c’è sempre stato, anche quando sono stato in silenzio ad osservare”. Il “certosino” silenzio che oggi l’ex presidente della Regione ha spezzato tornando in campo, anche se non esattamente al centro. Mario Oliverio, dopo l’eclissi durata circa otto mesi, torna in pubblico in conferenza stampa (anche digitale), rispolverando la Fondazione "Europa Mezzogiorno Mediterraneo" come piattaforma d’idee che promette di ‘entrare nel merito e con idee concrete'.. Oliverio ha annunciato che partiranno tavoli tematici a partire da settembre. “Bisogna mettere in campo un progetto per far avanzare un modello nuovo di crescita e di sviluppo”, ha detto. “Non ci può essere un atteggiamento passivo. La rassegnazione – ha aggiunto- porta al nichilismo”.
Non lo ha nascosto, Oliverio ha parlato al centrosinistra. Anche se ha evitato di esprimere giudizi trancianti sulla recentissima evoluzione del quadro politico regionale, a partire dalle rapidissime dimissioni di Pippo Callipo (che gli è stato preferito dal Pd nella corsa elettorale del 26 gennaio scorso), ha voluto precisare: “Io non gioisco, anzi io soffro. Non sono animato da spirito di rivincita. Voglio con le mie energie, con il bagaglio di esperienze, con la mia storia dare un contributo”. In più passaggi ha però ribadito che: “non ho nessuna velleità di candidatura. Né istituzionale e né politica (come guida all’esterno del centrosinistra, ndr). Ho solo un assillo: affermare la possibilità di un riscatto. O parte da noi questo riscatto o nessuno ci regala nulla. Nessun retropensiero”. Ha comunque rivelato: “Non sento né Zingaretti né i dirigenti del partito da dicembre, cioè quando ho ritirato la mia candidatura”.
E spostando il discorso più in generale dai travagli dem, sulla sinistra ha detto: “Sta succedendo che in assenza di un confronto delle idee, una capacità di misurarsi con i problemi duri e drammatici che pone la realtà e con la presenza di fenomeni che hanno segnato la vicenda politica, come il populismo dilagante, c’è una tendenza a rincorrere balbettando, senza mettere in campo un’iniziativa politica forte. Non ci sono sedi di proposte. In maniera più o meno subdola - ha proseguito- si tende ad escludere, ad emarginare come se ci fosse un circolo chiuso. È un’idea che non può essere accettata, sia per le forze nazionali e sia per quelle del Mezzogiorno". "Se rinnovamento è mettere in campo le terze e le quarte file - ha aggiunto in un altro passaggio- tutto si riduce ad una sintesi, ad un accordo fra gli esponenti di quella determinata fase. Bisogna rinnovare".
Pur con un forte scenario politico sullo sfondo, Oliverio aveva esordito parlando del profondo cambiamento che ha prodotto il Covid e, nella parte finale, si è detto contrario alla rinuncia dei lavori della metro Cosenza-Rende: "Ci sarebbe un danno maggiore con il contenzioso con le imprese che realizzarla" e si è detto favorevole alla fermato di Torano del Frecciargento Sibari-Bolzano.In piena estate Oliverio è riapparso e promette di esserlo ancor di più in autunno. (g.r.)
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