Oltre 50 infermieri tagliati fuori nei rinnovi dell'Asp di Catanzaro

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L'ingresso dell'Asp di Catanzaro e dell'ex Pugliese (dove c'è una parte rilevante di amministrativi della Dulbecco)
  13 gennaio 2023 14:52

di FILIPPO COPPOLETTA

Sono 53 gli infermieri professionali che dal mese di ottobre scorso, dopo essersi spesi in prima linea durante l'emergenza pandemica, sono stati tagliati fuori dai rinnovi di contratto disposti dall'Asp di Catanzaro. Una mancata proroga del contratto di lavoro che gli stessi infermieri, attraverso apposita diffida notificata dal legale rappresentante, l'avvocato Giuseppe Pitaro, hanno qualificato come "illogica e giuridicamente illegittima", guardando con particolare attenzione agli interventi già attuati dal presidente Roberto Occhiuto, nel suo ruolo di Commissario ad Acta alla sanità calabrese, che al termine dell'anno trascorso, ha deliberato la proroga dei contratti agli infermieri precari (co.co.co) assunti presso le Asp di Cosenza e Vibo. 

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"Soltanto l’Asp di Catanzaro ha ritenuto illogicamente di non prorogare il contratto degli istanti" scrive l'avvocato nella diffida, il cui contenuto non si limita a lamentare "l'illegittima" mancata proroga dei contratti, ma anche l'impossibilità per gli stessi di prendere parte alla procedura pubblica di stabilizzazione del personale, indetta dal Commissario straordinario dell'Asp di Catanzaro, Ilario Lazzaro, con deliberazione del 28 novembre 2022. 

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Gli oltre 50 professionisti sarebbero stati esclusi dalla procedura concorsuale in quanto non rientrati nei requisiti previsti dall'avviso pubblico. "In buona sostanza - spiega l'avvocato Pitaro - il rapporto di lavoro tra i miei assistiti e l’Azienda Sanitaria locale di Catanzaro e`, a tutti gli effetti, qualificabile come un rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato che, pero`, l’Azienda Sanitaria Locale di Catanzaro ha erroneamente qualificato come co.co.co., mascherando, in tal modo, un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato con la “veste” di un contratto co.co.co". 

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Una qualificazione che il legale ha definito come "completamente illogica e contra legem" che, ha aggiunto, "rischia concretamente di arrecare ai miei assistiti ingenti e ingiusti danni di natura professionale, patrimoniale e non patrimoniale". 

La questione non riguarderebbe la sola Asp di Catanzaro ma anche l'Aou Mater Domini del capoluogo, dove, a seguito di un avviso pubblico con le medesime finalità, la situazione si sarebbe presentata analoga a quella dell'Asp, con l'esclusione dei lavoratori assunti con contratti di lavoro flessibili. 

La richiesta, dunque, è volta alla conversione dei contratti di lavoro da co.co.co. a contratti di lavoro a tempo determinato ed alla rettifica degli avvisi pubblici finalizzati alla stabilizzazione del personale infermieristico precario, affinché siano ricomprendere tra le figure da stabilizzare anche il personale che abbia stipulato un rapporto di lavoro “flessibile”, inclusi i co.co.co. 

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