Omicidio a Reggio Calabria, resta in carcere il cugino della vittima

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Un posto di blocco della Polizia

Convalidato l'arresto di Giuseppe Sicari, 60 anni, che mercoledì scorso ha ucciso a Catona a colpi di pistola il cugino Francesco Fiume, di 44 anni

  26 novembre 2022 15:35

Il gip del tribunale di Reggio Calabria, Sabato Abagnale, ha accolto la richiesta del Pm Tommaso Pozzati, ordinando la custodia cautelare in carcere a carico di Giuseppe Sicari, 60 anni, che nel pomeriggio di mercoledì scorso ha ucciso a Catona (Rc) a colpi di pistola il cugino Francesco Fiume, di 44 anni.

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La decisione del giudice delle indagini preliminari è scaturita da una serie di riscontri effettuati dalla squadra mobile di Reggio Calabria, in particolare, i filmati di una telecamera a protezione dell’abitazione del Siclari, in cui si nota l’omicida “scendere in strada con una pistola in mano, e dopo averla nascosta dietro la schiena”, assumeva un atteggiamento come se aspettasse qualcuno. Subito dopo – si legge nell’ordinanza del Gip – “sulla medesima via giungeva una Fiat Stilo con a bordo il Fiume”, che si fermava alla vista del Sicari. Pare che a questo punto, l’omicida si sia avvicinato alla vettura dal lato passeggero esplodendo nove colpi di pistola contro il cugino, otto dei quali hanno decretato la fine di Francesco Fiume.

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Successivamente, Giuseppe Sicari era stato accompagnato in questura da un amico di famiglia per consegnarsi, recando con sé l’arma del delitto. All’origine del fatto di sangue – secondo le prime indagini – una violenta lite tra Francesco Fiume e il figlio dell’omicida, Giovanni Sicari. L’omicida, inoltre, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avrebbe riferito che Francesco Fiume lo riteneva responsabile di un suo arresto per detenzione abusiva di armi e per questo motivo gli avrebbe chiesto come risarcimento la somma di cinquemila euro. Il Gip, a conclusione dell’interrogatorio, ha individuato a carico di Giuseppe Sicari “la sussistenza dell’aggravante della premeditazione, il possibile inquinamento probatorio e il pericolo di reiterazione del reato”.

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