Omicidio dell'avvocato Pagliuso a Lamezia Terme: condannato all'ergastolo il presunto killer

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  22 dicembre 2021 18:27

Colpevole: la Corte d'Assise di Catanzaro ha condannato all'ergastolo (escludendo l'aggravante mafiosa) Marco Gallo, 35 anni, accusato dell'omicidio dell'avvocato penalista di Lamezia Terme Francesco Pagliuso il 9 agosto 2016.

Gallo, secondo l'accusa, è l'esecutore materiale del delitto compiuto per conto della cosca Scalise di Decollatura i cui vertici, Pino e Luciano Scalise, sono stati condannati all'ergastolo lo scorso 18 giugno. Per questo motivo nelle scorse udienza il pm Pasquale Mandolfino ha chiesto l'ergastolo per l'imputato.  

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Durante il processo Gallo (difeso dall’avvocato Francesco Siclari) si è sottoposto a esame e alla Corte d'Assise presieduta da Alessandro Bravin (a latere Carmela Tedesco) ha dichiarato di non essere lui l'omicida di Francesco Pagliuso. Il pubblico ministero ha prodotto una serie di documenti tra i quali la sentenza di condanna nei confronti dei mandanti, il decreto dispositivo del giudizio nei confronti di Marco Gallo con l'accusa di associazione mafiosa nell'ambito del procedimento "Reventinum", la sentenza dell'omicidio Mezzatesta (che condanna Gallo all'ergastolo), la sentenza dell'omicidio Berlingeri (altro ergastolo per Gallo), l'ordinanza dell'omicidio di Domenico Gigliotti che vede Gallo indagato quale esecutore dell'assassinio dell'imprenditore lametino.

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L'accusa ha anche prodotto l'annotazione dei carabinieri che hanno rintracciato degli assegni da 7.500 euro emessi da Luciano Scalise a favore di Marco Gallo a gennaio 2017. 
 

Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Aldo Ferraro, Enzo Galeota, Pino Zofrea, Salvatore Staiano, Gianfranco Agapito, Pietro Agapito, Nunzio Raimondi, Bonaventura Candido, Caterina Restuccia, Gianfranco Barbieri. 

LA VERSIONE DELLA DIFESA- Gallo in aula ha raccontato - secondo quanto riferito dal suo avvocato- di essersi recato, nell’agosto 2016, presso il piazzale sulla via Marconi solo per incontrare alcuni amici e che di solito si fermava lì a parlare con loro. Ha aggiunto che via Marconi era una via molto trafficata e che lui si recava da quelle parti anche per ragioni lavorative. Ha negato, nel corso della sua deposizione in aula, di avere una relazione sentimentale extraconiugale (circostanza, quella di una relazione extraconiugale di Gallo, mai emersa in dibattimento) e, inoltre, ha negato di essere lui quel soggetto che gli investigatori hanno chiamato “il podista”. Lo stesso Gallo - evidenzia ancora il legale  in una nota pubblicata da Il Lametino- ha poi rilasciato spontanee dichiarazioni con le quali ha voluto sottolineare “l’ingiustizia delle accuse” nei suoi confronti ribadendo di “essere assolutamente estraneo ad ogni accusa, non solo a quella dell’omicidio dell’avvocato Pagliuso”. Gallo - per come detto in udienza - ha ribadito di essere sempre stato “un libero cittadino che conduceva una vita normale e di non avere mai sentito il bisogno di dotarsi di un alibi perché non ha mai avuto nulla da nascondere o giustificare davanti ad un Giudice”.

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