di EDOARDO CORASANITI
Colpevole: la Corte d'Assise di Catanzaro ha condannato a 10 anni e 20 giorni Giuseppe Arabia, 31 anni, accusato e reo confesso dell'omicidio avvenuto a maggio 2019 a Miglierina. A perdere la vita è Cesare Falvo, 50 anni. Una la ragione più forte dell'omicidio, le avance avanzate dalla vittima nei confronti della moglie dell'imputato e filtrate tramite la chat di Facebook. L'uomo, in preda ad un raptus di gelosia, avrebbe colpito all'addome, con una sola coltellata, la vittima per poi fuggire in automobile e occultare l'arma. Falvo è trasportato in ospedale, a Catanzaro, ma muore dopo poco. La coltellata inflitta a pochi passi da casa è letale. Passano poche ore e i carabinieri chiudono il cerchio, arrestando Arabia che confessa l'omicidio. La Corte presieduta da Alessandro Bravin nella sentenza letta al sesto piano del Tribunale di Catanzaro di fronte ai parenti della vittima non c'è traccia delle aggravanti della premeditazione, come invece richiesto dalla Procura: concesse anche le attenuanti generiche. Inoltre, il collegio ha concesso la diminuente di pena di un terzo del rito abbreviato a cui inizialmente Arabia non poteva essere ammesso (a causa di una riforma legislativa del 2017) perché imputato di omicidio punito con la pena dell’ ergastolo.
Questa mattina infatti il pm Domenico Assumma aveva chiesto la condanna a 21 anni e 2 mesi di reclusione, con esclusione dell’aggravante dei futili motivi e ritenuta la premeditazione, concessione delle generiche equivalenti, con la continuazione. Alla richiesta di condanna si è associato il difensore della parte civile, l’avvocato Giuseppe Spinelli, convinto della responsabilità penale dell’imputato, della premeditazione e del progetto omicidiario di Giuseppe Arabia, difeso nel processo dagli avvocati Anselmo Torchia e Raffaele Elio Bruno. La difesa ha chiesto l'assoluzione per legittima difesa o, in subordine, il minimo della pena senza aggravanti.
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