Omicidio Gentile, Sia ha ucciso "perché provocato"

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Nicolas Sia
  05 agosto 2019 19:02

di TERESA ALOI

Sono contenute in dieci pagine le motivazioni che hanno portato la Corte di Cassazione ad annullare con rinvio per un nuovo giudizio di merito il processo a carico di Nicolas Sia, accusato dell’omicidio di  Marco Gentile il diciottenne ucciso con 12 coltellate a pochi passi dai giardinetti di San Leonardo il 24 ottobre 2015 e per un debito di soli 10 euro che il giovane non avrebbe mai saldato alla vittima, che, in più occasioni, lo avrebbe sbeffeggiato pubblicamente. 

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Nelle motivazioni si legge "di veri e propri atti di bullismo, umiliazioni e prevaricazione. Da ciò la considerazione per cui alcuni testimoni  erano, in realtà, stati reticenti e la condotta tenuta dall'imputato non poteva dirsi determinata da motivi futili".

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Dunque Sia non avrebbe accoltellato per motivi futili ma perché  provocato. Un tema, questo,  ampiamente trattato dalla Corte d'Assise d'Appello come si legge nelle motivazioni "affermando che risultano comprovate costanti e pesanti azioni  vessatorie poste in essere - sia dal Gentile che da altri componenti del gruppo - nei confronti  del Sia proprio in ragione del suo carattere e del suo modo di essere".

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E ancora. "La Corte  di secondo grado - si legge nelle motivazioni -  elabora un'articolata ricostruzione dei fatti e individua una serie di condotte vessatorie di cui Nicholas Sia è stato per lungo vittima . Tali condotte vengono definite dai giudici di secondo grado  in termini di vero e proprio bullismo prolungato e uno dei principali autori di tali vessazioni in danno del Sia- sempre a dire della Corte d'assise d'appello in rapporto all'esame delle fonti dimostrative- era proprio Marco Gentile  (viene citato l'episodio, sostanzialmente estorsivo della sottrazione di un apparecchio per videogiochi da parte di Marco Gentile e in danno di Nicholas Sia)". 

Intanto non è stato ancora fissata la data del processo d’appello bis dopo che la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio . Nicolas Sia appena maggiorenne all’epoca del delitto, è stato condannato dalla Corte di assise  di appello di Catanzaro il 13 giugno 2018 a 16 anni di reclusione, mentre in primo grado gli erano stati inflitti 17 anni. Sia è difeso dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Fabrizio Costarella, mentre i familiari della vittima sono assistiti dai legali Arturo Bova, Alessio Spadafora, Antonio Ludovico e Antonio Lomonaco 

 

 

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