di TERESA ALOI
Sono contenute in dieci pagine le motivazioni che hanno portato la Corte di Cassazione ad annullare con rinvio per un nuovo giudizio di merito il processo a carico di Nicolas Sia, accusato dell’omicidio di Marco Gentile il diciottenne ucciso con 12 coltellate a pochi passi dai giardinetti di San Leonardo il 24 ottobre 2015 e per un debito di soli 10 euro che il giovane non avrebbe mai saldato alla vittima, che, in più occasioni, lo avrebbe sbeffeggiato pubblicamente.
Nelle motivazioni si legge "di veri e propri atti di bullismo, umiliazioni e prevaricazione. Da ciò la considerazione per cui alcuni testimoni erano, in realtà, stati reticenti e la condotta tenuta dall'imputato non poteva dirsi determinata da motivi futili".
Dunque Sia non avrebbe accoltellato per motivi futili ma perché provocato. Un tema, questo, ampiamente trattato dalla Corte d'Assise d'Appello come si legge nelle motivazioni "affermando che risultano comprovate costanti e pesanti azioni vessatorie poste in essere - sia dal Gentile che da altri componenti del gruppo - nei confronti del Sia proprio in ragione del suo carattere e del suo modo di essere".
E ancora. "La Corte di secondo grado - si legge nelle motivazioni - elabora un'articolata ricostruzione dei fatti e individua una serie di condotte vessatorie di cui Nicholas Sia è stato per lungo vittima . Tali condotte vengono definite dai giudici di secondo grado in termini di vero e proprio bullismo prolungato e uno dei principali autori di tali vessazioni in danno del Sia- sempre a dire della Corte d'assise d'appello in rapporto all'esame delle fonti dimostrative- era proprio Marco Gentile (viene citato l'episodio, sostanzialmente estorsivo della sottrazione di un apparecchio per videogiochi da parte di Marco Gentile e in danno di Nicholas Sia)".
Intanto non è stato ancora fissata la data del processo d’appello bis dopo che la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio . Nicolas Sia appena maggiorenne all’epoca del delitto, è stato condannato dalla Corte di assise di appello di Catanzaro il 13 giugno 2018 a 16 anni di reclusione, mentre in primo grado gli erano stati inflitti 17 anni. Sia è difeso dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Fabrizio Costarella, mentre i familiari della vittima sono assistiti dai legali Arturo Bova, Alessio Spadafora, Antonio Ludovico e Antonio Lomonaco
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