Il giudice Paola Ciriaco ordina ulteriori indagini da svolgere entro sei mesi
31 ottobre 2022 18:29di STEFANIA PAPALEO
Omicidio Mangone, il caso resta aperto. Ancora una volta la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nei confronti di tre indagati è stata rigettata dal gip, Paola Ciriaco, che ha disposto nuovi accertamenti ritenuti necessari alla soluzione del caso.
Giuseppe Mangone, 82 anni, ex sindaco di Zagarise, fu ucciso nel comune della Presila catanzarese il 12 dicembre 2013, data in cui fu trovato in una pozza di sangue su un terreno di sua proprietà, con una profonda ferita al collo causata da un'arma da taglio. Da lì l'avvio delle indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Sellia Marina, con la chiusura del cerchio intorno a tre persone, A.C, 77 anni, F.G, 76 anni, A C, 85 anni, accusati di omicidio volontario in concorso.
Dopo qualche anno, una prima richiesta di archiviazione da parte della Procura, che aveva ritenuto gli elementi raccolti non sufficienti a incriminare gli indagati. A seguire, l'opposizione da parte dei congiunti della vittima e un primo rigetto da parte del gip, che aveva disposto nuove indagini. Lo scorso 3 dicembre, a nove anni dall'omicidio, nuova richiesta di archiviazione, nuova opposizione e nuovo rigetto del gip, Paola Ciriaco, che, a scioglimento della riserva assunta all'udienza del 28 settembre scorso, oggi ha deciso: atti di nuovo al pubblico ministero e via a nuove indagini suppletive di natura tecnica, "da eseguirsi sugli indumenti della vittima, nonchè sugli stivali di gomma, non potendosi in alcun modo ritenere satisfattivo l'esito delle precedenti investigazioni, in riferimento alla indisponibilità dei reperti, trattandosi di oggetti attualmente sottoposti a sequestro probatorio", ritenendo infine "indispensabile procedere ad approfondimenti sull'ascia sequestrata all'epoca dei fatti, al fine di valutare se la stessa sia stata sottoposta a limatura".
Questa, dunque, la decisione del gip, che ha accolto l'atto di opposizione presentato nell'interesse dei familiari della vittima dagli avvocati Pasqualino Ledonne ed Elvira Ponte, mentre a difendere gli indagati ci sono gli avvocati Francesco Gigliotti, Vincendo De Caro, Armodio Migali e Antonio Cimino. Il tempo lasciato dal gip a disposizione della Procura è di 6 mesi.
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