Due ergastoli e una condanna a 30 anni di reclusione. Si è concluso così il processo a carico dei presunti responsabili dell’omicidio di Filippo Pantano, ucciso a colpi d’arma da fuoco a Martirano Lombardo il 20 luglio del 2005. Il giudice De Gregorio ha condannato all’ergastolo i fratelli Gino e Pino Strangis e a 30 anni di reclusione Vincenzo Arcieri. Il Pm nelle scorse udienze aveva invece chiesto per tutti e tre gli imputati l’ergastolo.
La svolta nel delitto, due anni fa, quando, personale della Squadra Mobile di Catanzaro, unitamente al personale del Commissariato di Lamezia, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro – Dda, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, aveva eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Gino Strangis, 51 anni (difeso dagli avvocati Giuseppe Spinelli e Salvatore Staiano), Pino Strangis, 45 anni (difeso dall’avvocato Antonio Larussa) e di Vincenzo Arcieri, 60 anni (difeso dagli avvocati Aldo Ferraro e Enzo Galeota), già detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Caltanissetta. La parte civile è stata rappresentata dall’avvocato Marino. La difesa, in attesa conoscere le motivazioni, ha già annunciato ricorso in appello.
I tre, accusati da alcuni collaboratori di giustizia, sono ritenuti responsabili dell’omicidio, aggravato dalla metodologia mafiosa, di Filippo Pantano: Gino Strangis avrebbe avuto il ruolo di ideatore, organizzatore ed esecutore del fatto di sangue, il fratello Pino Strangis quale partecipe al fatto di sangue, e Vincenzo Arcieri, quale coautore della decisione omicidiaria, unitamente ai vertici della cosca Giampà.
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