La Procura generale di Catanzaro ha chiesto ai giudici della Corte d'Assise d'Appello la conferma della sentenza di primo grado per Antonio Pontoriero accusato di avere ucciso a colpi di fucile, il 2 giugno 2018, il sindacalista dell'Usb e bracciante di origine maliana Soumayla Sacko. Pontoriero è stato dichiarato colpevole e condannato in primo grado a 22 anni. E' difeso dall'avvocato Salvatore Staiano. La sentenza è prevista per il prossimo 7 dicembre.
Il ragazzo, di 29 anni, insieme a un amico, si era recato nella fabbrica dismessa di località "Tranquilla", a San Calogero, piccolo centro del Vibonese, per recuperare lamiere in ferro utili a costruire un riparo di fortuna nella baraccopoli, poi sgomberata, di San Ferdinando (Reggio Calabria) dove viveva.
Per l'accusa, il movente dell'omicidio è da ricercare nell'incapacità, da parte di Pontoriero, di sopportare l'ennesima irruzione nell'area dell'ex Fornace che considerava sua. Omicidio volontario, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e munizioni i reati contestati. La salma di Soumayla Sacko - padre di una bimba di 5 anni - fu trasportata suo villaggio del Mali per essere sepolto.
Oggi davanti alla Corte d'appello di Catanzaro un gruppo di sindacalisti e simpatizzanti dell'Usb ha ricordato Sacko.
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