'Operazione Alibante'. L'ex sindaco di Nocera, Fernanda Gigliotti: "Non sono e non sarò mai pedina di nessuno, mi costituirò parte civile al processo"

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images 'Operazione Alibante'. L'ex sindaco di Nocera, Fernanda Gigliotti: "Non sono e non sarò mai pedina di nessuno, mi costituirò parte civile al processo"

  07 maggio 2021 20:16

Riceviamo e pubblichiamo la replica dell'ex sindaco di Nocera Fernanda Gigliotti all'articolo legato alle dimissioni della maggioranza guidata da Antonio Albi (LEGGI QUI).

"L’indagine Alibante della  DDA di Catanzaro  si fonda su una informativa di oltre 5000 pagine. L’ordinanza di custodia cautelare è quasi di 500 pagine. Il mio nome ricorre in tantissime  intercettazioni dell’indagine,  dalla cui lettura   è evidente la violenza verbale e il disprezzo dei principali protagonisti dell’inchiesta odierna contro la sottoscritta, in quanto sindaco che non si è fatto condizionare, rimanendo impermeabile alle loro richieste illecite.

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Tanto è vero che obiettivo  comune del clan Bagalà, di Luigi Ferlaino, di Vittorio Macchione e di Pasquale Motta  era quello di sconfiggermi  nel  2018  e di neutralizzarmi, comunque,  in quelle del  2019,  perché era  loro comune interesse eleggere un sindaco amico. Ed io evidentemente non lo ero.

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A poco serve ad Albi, che solo oggi ha trovato il coraggio di dimettersi,  e ai suoi portavoce buttare fango sulla sottoscritta,  tentando di costruire  accuse infamanti e sospetti, attaccandosi a qualche refuso dell’ordinanza, a qualche  commento o ad alcune  ipotesi e/o deduzioni non verificate e, comunque, non costituenti reato. Anche perché se avessi compiuto qualche reato anche io sarei in quel lungo e triste elenco di indagati,  nel cui processo fin da ora, al contrario, intenderò costituirmi parte civile. Per intanto, e al solo fine di rompere sul nascere  i tentativi di inquinare le indagini e di avvelenare i pozzi e travolgere tutti in una inchiesta che coinvolge invece,solo ed esclusivamente il clan Bagalà ed i sindaci e  le giunte comunali espressioni di Pasquale Motta.

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Affermo e ribadisco: 
1. Di non avere mai  minacciato il Sindaco Pandolfo e fin da ora intendo denunciare coloro che hanno affermato  il contrario appena sarò  messa a conoscenza della  loro identità. 
2. Di non avere  candidato nella lista del Paese Che Vogliamo il figlio dell’Arch. Vittorio Macchione.
3. Saverio Russo è stato candidato in quanto rappresentante dell’Associazione Politica Giovani Idee.
4. Le mie intercettazioni telefoniche con l’Arch. Macchione, come anche con L’Ing. Ferlaino, sono riferite all’attività professionale che svolgo. 
5. Nei giorni precedenti il deposito della lista elettorale a sostegno della mia candidatura del 2019,  diverse sono state le richieste di candidature e le conversazioni telefoniche con  gli stessi o con i loro emissari. Ma nessuno dei nominativi da loro proposti,  compreso quello della moglie di Enzo Pandolfo Sig.ra Angelina Orlando, è stato da me inserito in lista benchè avessero accettato e firmato la candidatura.

Non sono mai stata e mai sarò la pedina di nessuno e lo ripeto che, se avessi voluto,  oggi sarei ancora Sindaco di Nocera, sarebbe bastato dire di sì  ad alcune delle tante richieste opache, quelle si, provenienti da alcuni componenti della  mia maggioranza, quelli che unitamente a Pasquale Motta mi hanno dimesso a gennaio del 2018, quelli che hanno presentato la terza  lista nel 2018  grazie al lavoro degli uomini di Luigi Ferlaino e grazie alla sottoscrizione della lista elettorale da parte dei sostenitori di Pasquale Motta, coloro che alle elezioni del 2019 hanno votato e fatto votare Antonio Albi".

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