Damiano Fabiano teneva un “libro mastro”, un’agenda, in cui aggiornava i soldi in entrata ed in uscita della vendita e del commercio della sostanza stupefacente. E’ da questo particolare che ad aprile del 2018 partono le indagini dei carabinieri e della Procura della Repubblica di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri e che oggi ha portato all’esecuzione dell’operazione “Anteo”: 32 indagati, con 30 sottoposti a misura cautelari. Tra di loro anche Damiano Fabiano, 30 anni, di Chiaravalle Centrale, in carcere e fratello di Giuseppe e Francesco Damiano (il primo in carcere, il secondo agli arresti domiciliari).
Nel libro mastro Fabiano avrebbe inserito nominativi, criptici e fantasiosi, che hanno aiutato alla ricostruzione delle vicende. La lettura dell’agenda non sarebbe stata agevolata però se al telefono Fabiano non avesse parlato e fornito chiavi di lettura per decifrarlo. Episodi poi riscontrati anche nelle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, 33 anni, figlio di Pantaleone Mancuso (alias l’Ingegnere) e nipote di Luigi.
Il documento sarebbe stato decisivo e utile per capire alcune dinamiche interne alla vendita e al commercio, come nella vicenda di un debito contratto da Domenico Giorgio, il quale avrebbe ottenuto uno “sconto di 600 euro” per aver ottenuto un furto di armi dal cui valore veniva decurtato.
Secondo la Procura di Catanzaro e la Gip Gaia Sorrentino che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, la prima prova individuata sarebbe stata la dimostrazione che i Fabiano, in quel periodo, si occupavano prevalentemente della compravendita di droga.
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