Operazione Artemis: scarcerato il carabiniere forestale Scicchitano, frantumate le accuse

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  06 dicembre 2024 21:22

di STEFANIA PAPALEO

L'accusa era pesante: concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione con l’aggravante del metodo mafioso. E per l’appuntato dei Carabinieri in servizio presso il Comando forestale di Girifalco, Antonio Scicchitano, si erano subito aperte le porte del carcere di Siracusa. Un mese dietro le sbarre dove lo avevano trascinato i carabinieri su ordine del gip Mario Santoemma. Salvo oggi incassare davanti al Tribunale della Libertà un ordine di scarcerazione immediata. I giudici (presidente: Sonni; a latere: Ierardo e Odierno), nell'accogliere l'istanza presentata nel suo interesse dagli avvocati difensori Vincenzo Cicino e Renzo Andricciola, hanno annullato l'ordinanza di custodia cautelare impugnata dai legali nella parte relativa al più grave capo d'imputazione di concorso esterno in associazione mafiosa, lasciando in piedi solo l'accusa di corruzione ma senza l’aggravante del metodo mafioso, a sua volta escluso dai giudici, che hanno così disposto l'immediata liberazione del carabiniere, sostituendo la misura restrittiva alla quale si trovava sottoposto attualmente con l’interdizione dall’esercizio di pubblici uffici per un anno, riservandosi infine di motivare la decisione entro 45 giorni a partire da oggi.

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Grande soddisfazione, dunque, per gli avvocati Cicino e Andricciola, fin dall'inizio al fianco di Scicchitano per contestare quelle accuse che lo avrebbero visto protagonista in una presunta compravendita di legnami con la cosca dei Cracolici attiva nel settore boschivo, in diretto contatto  con i vertici dell'organizzazione e ponendosi come riferimento per il sodalizio dal quale avrebbe ricevuto, a titolo gratuito o a prezzi di favore, quantitativi di legname per sè o per i parenti, in cambio di agevolazioni su controlli concordati o mai effettuati.

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Operazione Artemis, il nome in codice dato all'operazione, che ruotava intorno a un'associazione di tipo ‘ndranghetistico, finalizzata anche al traffico di sostanze stupefacenti, aggravata dalle modalità e finalità mafiose. Un "clan  che si occupava soprattutto del controllo delle attività economiche dell’area del Lametino e del Vibonese, tra cui il settore boschivo e, soprattutto, la produzione e il traffico di droga, anche cocaina, grazie al controllo egemonico di questa area", aveva spiegato il procuratore Vincenzo Capomolla nel corso della conferenza stampa sull'operazione che aveva portato in carcere   50 persone e 9 ai domiciliari.

Ora si attende la chiusura delle indagini, che permetterà a tutti gli indagati di difendersi nelle sedi opportune. Scicchitano, grazie alla difesa dei suoi legali, potrà attendere la decisione della Dda da uomo libero.

LEGGI QUI I DETTAGLI E I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI

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