Operazione "Basso profilo". Gratteri: "Le trame delle cosche sempre più legate a politica e imprenditoria" (VIDEO)

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images Operazione "Basso profilo". Gratteri: "Le trame delle cosche sempre più legate a politica e imprenditoria" (VIDEO)

  21 gennaio 2021 13:26

Cinquanta misure cautelari, 160 indagati. Nome in codice: "Basso profilo": questa volta la Dda di Catanzaro centra il mirino e colpisce colletti bianchi di Catanzaro e provincia e imprenditori di spessore, ritenuti collusi con i maggiori esponenti delle 'ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come 'Bonaventura' 'Aracri', 'Arena' e 'Grande Aracri'. Coinvolti politici nazionali e amministratori locali. Nell specifico, sono 13 le persone portate in carcere e 35 quelle sottoposte ai domiciliari.

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"Un'indagine che dimostra appieno il rapporto diretto tra 'ndrangheta, imprenditoria e politica. Sempre più reati che riguardano il potere politico. Al centro c'era l'imprenditore Gallo, soggetto che lavorava su più piani e che si muove con grande disinvoltura. Per vincere gare truccate e appalti. Per questo motivo, Gallo aveva agganciato con la politica che avviene attraverso Tommaso Brutto, consigliere comunale di Catanzaro, e il figlio Saverio, assessore a Simeri Crichi. Attraverso loro, Gallo aggancia l'onorevole Talarico che si doveva candidare alle elezioni regionali del 2018. Per non destare sospetto, Talarico si candita nel circondario di Reggio e il pacchetto di voti su Reggio glielo trova l'imprenditore Gallo che si rivolge a Bruno Boccino che a sua volta contatta due soggetti inquadrati vicino ai De Stefano-Tegano che organizzano il pacchetto di voti per Talarico che comunque non viene eletto per 1500 voti. Nell'estate del 2017 Gallo si era incontrato a Roma con Cesa per avere aiuti sugli appalti di respiro nazionale", dice il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, in conferenza stampa a Catanzaro. Il pm ha ringraziato al Dia per il lavoro svolto, sottolineando che si ci sono molti capi di imputazione "per infedeli tra le forze dell'ordine".

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"E' stata un'articolata attività d'indagine - ha affermato il generale della Guardia di finanza Dario Colombrino - e il nostro intervento si spiega per via del coinvolgimento di un nostro luogotenente dal 2018 in congedo, Ettore D'Alessandro, il quale si poneva come un punto di riferimento per il sodalizio nel fornire informazioni riservate e però era abile nel lavorare per trarre benefici personali, come l'assunzione del figlio da parte dell'imprenditore Gallo. Non sono però elementi a carico di altri elementi del corpo". 

Il direttore della Dia, Maurizio Vallone, ha aggiunto: "E' stato fatto un lavoro d'indagine durato circa due anni e molto importante perché molto complesso, per via della presenza di molti colletti bianchi fra professionisti, commercialisti, avvocati, imprenditori e amministratori locali. Abbiamo documentato un volume d'affari imponente, con oltre 300mila conti bancari analizzati e una cifra pari a 350 milioni di euro. Sono state sequestrate ingenti somme in contanti pari a quasi un milione di euro. Sequestrati diversi complessi aziendali pari a circa 100 milioni di euro in Calabria ed altre parti d'Italia. Arrestati anche esponenti diretti delle cosche del Crotonese". 


Nicola Altiero, della Direzione investiva antimafia (Dia): "Due sono le figure importanti, due imprenditori mafiosi: soggetti integrati nel sodalizio criminale che puntano a conquistare spazi e ricchezze. Il network di imprese comprende 245 aziende, di cui 159 che hanno usato le false fatture. La nuova mafia fa largo uso di finanza creativa, che si aggiunge al potere intimidatorio".

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