Al servizio dell’associazione dedita al riciclaggio, auto riciclaggio e alla frode fiscale c'era anche, secondo le carte dell'inchiesta "Basso profilo" un'impiegata di Poste Italiane presso l'ufficio di Santa Maria, a Catanzaro, Antonella Drosi.
Era lei che, secondo gli inquirenti, "forniva un contributo concreto, specifico e volontario per la conservazione e il rafforzamento delle capacità operative dell'associazione". In particolare, "agevolava il compimento delle operazioni di prelievo da parte degli associati o dei loro incaricati al prelievo, omettendo di segnalare ancorchè obbligata quale intermediario finanziario le operazioni sospette ai sensi dell’art. 35 del Dlgs 231/2007 e procedendo al compimento delle operazioni sospette nonostante l’omessa segnalazione, concordando inoltre con Tommaso Rosa un linguaggio convenzionale al fine di individuare facilmente i soggetti inviati per il prelievo e compiere velocemente le operazioni".
L’impiegata avrebbe dunque effettuato direttamente le operazioni su richiesta degli associati, che le consegnavano le carte e i codici pin, dalle carte postepay poi consegnando il denaro prelevato nella disponibilità dell’associazione.
Il tutto "in cambio il mantenimento da parte dell’associazione medesima del fratello al quale veniva corrisposto uno stipendio di 1000 euro al mese per l’incarico ricoperto in una una delle società con sede nel Lazio, veniva pagato l’affitto di casa, il vitto e le spese per il riscaldamento, nonché altre utilità, come il tagliando di manutenzione della macchina".
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736