Operazione "Black Money" in secondo grado, l'Appello conferma: niente associazione mafiosa per i Mancuso (I NOMI)

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images Operazione "Black Money" in secondo grado, l'Appello conferma: niente associazione mafiosa per i Mancuso (I NOMI)
La Corte D'Appello di Catanzaro
  12 novembre 2019 17:22

Sono le 16,30 quando il giudice Anna Maria Saullo legge la sentenza di secondo grado del processo nato dall'operazione della Dda denominata Black Money, che ha concentrato l'attenzione nel vibonese. 
Come per il primo grado, anche i magistrati della Corte d'Appello hanno ridimensionato l'accusa portata avanti dalla Procura. 
Si attendono le motivazioni (90 giorni) ma leggendo il dispositivo si percepisce come non abbia retto l'ipotesi di associazione mafiosa.
La Procura generale aveva chiesto pene fino a 29 anni ma le tesi accusatorie non hanno trovato accoglimento nella ricostruzione dei giudici. 

La sentenza:

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Giovanni Mancuso (cl. ‘41) di Limbadi, 9 anni (in primo grado condanna a 9 anni);

Agostino Papaianni (cl. ‘51) di Coccorino, 7 anni ed 8 mesi (in primo grado era stato condannato a 7 anni e 8 mesi);

Antonio Mancuso (cl.‘38), 5 anni (in primo grado  5 anni di carcere);

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Damian Fialek (cl. ’77), residente a Sant’Angelo di Drapia, un anno (il pm aveva chiesto 3 anni come la sentenza di primo grado anche per l’accusa di estorsione ed usura); 

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Gaetano Muscia (cl. ’64) di Tropea, 7 anni di reclusione per usura ed estorsione (7 anni primo grado);

Antonio Prestia (cl. ’68), imprenditore di San Calogero, 5 anni e 6 mesi (5 anni e 6 mesi come in primo grado); 


Giuseppe Mancuso (cl. ’77)
, prescrizione (in primo grado condanna ad 1 anno e 6 mesi per violenza privata senza aggravante mafiosa, reato ora caduto in prescrizione);

Leonardo Cuppari (cl.’74), di Ricadi, assolto per non aver commesso il fatto per entrambe le accuse:  associazione mafiosa e tentata estorsione ai danni del proprietario del “Punto Spesa” di Ricadi   (in primo grado era stato condannato a 5 anni solo per la tentata estorsione incassando l’assoluzione dal reato associativo); 

Antonino Castagna
 (cl. ’50) di Ionadi, imprenditore, non doversi procedere per precedente giudicato in relazione al reato di associazione mafiosa per il periodo dal 2003 al 2012 (in primo grado era stato assolto);


Antonio Velardo (cl. ’77), immobiliarista napoletano, non doversi procedere per prescrizione (4 anni la richiesta del pm, così come la condanna di primo grado); 


Nicola Angelo Castagna, (figlio di Antonino Castagna), prescrizione dopo esclusione delle aggravanti delle modalità mafiose. 


Pantaleone Mancuso (cl.’61), detto “Scarpuni”, assolto ( in primo grado era stato assolto); 

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