Ha scelto il silenzio Domenico Scozzafava, indagato e detenuto a Catanzaro nell'ambito dell'operazione "Farmabusiness", che giovedì mattina scorso ha portato all'arresto di 19 persone (11 in carcere e 8 agli arresti domiciliari).
D'accordo con gli avvocati Andrea e Dario Gareri, in attesa di leggere e approfondire tutte le carte da cui si muovono le contestazioni, Scozzafava ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere questa mattina davanti al Gip Giulio De Gregorio.
LE ACCUSE- Per i magistrati della Dda Domenico Scozzafava, 39enne, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, è considerato vicino al clan dei Gaglianesi . Lui che diventa con Mimmo Tallini, secondo le carte dell'accusa, socio nell’affare del business delle farmacie "e sarà sempre Scozzafava a tenere al corrente Tallini di tutto ciò che accade, minuto per minuto". Scozzafava, "che corre su due piani: quello della criminalità organizzata e quello della politica rappresentato da Tallini".
Lui, con il ruolo di partecipe del sodalizio, che mantiene rapporti diretti "con i vertici della cosca della quale si é posto a totale disposizione, fornendo un importante contributo attivo alla stessa, occupandosi degli interessi economici del sodalizio, con riguardo agli investimenti dei proventi dall'attività della consorteria, la cura delle operazioni imprenditoriali, anche sofisticate (ITALIA e la società FARMAEKO nel settore delle farmacie e parafarmacie), partecipando alla riunione, con altri esponenti di vertice del sodalizio, in cui se ne stabilivano le strategie, esprimendo la consapevole e volontaria partecipazione all'associazione indranghetistica, la osservanza delle sue gerarchie e regole, la fedeltà alle direttive ricevute, il perseguimento dell'interesse dell'organizzazione, utilizzando in modo costante il rapporto con gli altri associati come forma di espansione della capacità di condizionamento e il controllo del sistema economico nell'area del catanzarese".
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