Operazione "Genesi". Gamberoni annaffiati da champagne e carne di agnello per santificare le feste: i regali per dire grazie al magistrato (I NOMI)

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images Operazione "Genesi". Gamberoni annaffiati da champagne e carne di agnello per santificare le feste: i regali per dire grazie al magistrato (I NOMI)
Maria Tassone
  15 gennaio 2020 12:48

di TERESA ALOI

Soldi tanti. Banconote da 100 euro gelosamente custodite in buste bianche. E poi  prestazioni sessuali, uno stipendio mensile e vacanze in alta montagna. E ancora gamberoni e merluzzetti  da annaffiare con una coppa di champagne  per festeggiare il Natale e carne di agnello per santificare la Pasqua.  

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C’è tanto nelle carte dell’inchiesta della Dda di Salerno  (LEGGI QUI) che stamattina ha portato il personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza dì Crotone, del Servizio Centrale Operativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO) e di altri reparti delle Fiamme Gialle,  a dare esecuzione ad una ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di otto indagati:  per sette, tra  cui il magistrato  in servizio presso la Corte d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini  il giudice per le indagini preliminari di Salerno ha disposto il carcere, per l’ottavo i domiciliari. Corruzione in atti giudiziari in alcuni casi aggravati dall’associazione mafiosa i reati contestati , a vario titolo, dagli inquirenti. 

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Tra gli arrestati anche due avvocati:  Marzia Tassone (ai domiciliari) e  Francesco Saraco. L’ordinanza riguarda anche Emilio Santoro detto Mario, Luigi Falzetta, Giuseppe Tursi Prato, Vincenzo Arcuri e Giuseppe Caligiuri.

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Coinvolto nell'inchiesta  Ottavio Rizzuto (presidente del cda della Banca di Credito cooperativo del Crotonese e già dirigente, dal 2007 al 2015, dell’Area tecnica del Comune di Cutro), indagato senza alcuna misura cautelare come Virginia Carusi, Lorenzo Catizone, Antonio Saraco , Antonio Claudio Schiavone, Palma Spina.

Gli indagati, stando alla ricostruzione della Dda, pagavano il magistrato “per ottenere, in processi, civili e in cause tributarie, sentenze e provvedimenti a loro sfavorevoli o favorevoli a terze persone”. Secondo la procura di Salerno “in taluni casi i provvedimenti favorevoli richiesti al magistrato a da quest’ultimo promessi e/o assicurati erano diretti a verificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di pena, sentenze di condanna pronunciate in primo grado dai Tribunali del distretto di Catanzaro, provvedimenti di misure di prevenzione, già definite in primo grado o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonché sentenze in cause civili e accertamenti tributari”. 

Figura centrale del sistema corruttivo era un insospettabile medico in pensione ed ex dirigente dell'Azienda sanitaria di Cosenza, Emilio Santoro.  Il medico, secondo quanto emerso, "stipendiava" mensilmente il magistrato per "garantirsi il suo asservimento e procacciava nuove occasioni di corruzione proponendo a imputati in primo grado o loro parenti, e a privati soccombenti in cause civili, decisioni favorevoli in cambio di denaro, beni o altre utilità".
Le attività, documentate attraverso intercettazioni audio e video, hanno portato anche alla luce un'azione corruttiva riguardante l'ottenimento di un vitalizio da parte di un ex consigliere regionale, Giuseppe Tursi Prato, condannato nel 2004 a sei anni di reclusione e a interdizione perpetua per reati tra i quali 110 e 416 bis, perciò decaduto dal beneficio. 

Dunque, regali. In più di un'occasione. Mancano pochi giorni al Natale del 2018. Secondo le carte dell'accusa, Santoro il  7 dicembre 2018 sarebbe andato a casa di Petrini assieme a Tursi Prato e, mentre l’ex consigliere regionale lo aspettava in auto, avrebbe consegnato all’amico "due cassette di polistirolo contenenti gamberoni, merluzzetti del valore dichiarato di circa 350 euro e una bottiglia di champagne, delle clementine, ricordando al magistrato la causa relativa al ricorso presentato da Tursi Prato la cui discussione era fissata per il 12 dicembre 2018 dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro, ricevendo rassicurazioni da quest’ultimo sull’esito favorevole".  E non solo. L’11 marzo, Santoro e Falzetta   consegnano al magistrato "nell’androne dell’immobile, una cassetta contenente verdura e formaggi». Un nuovo appuntamento, il 14 marzo, viene fissato per un’altra consegna di gamberoni. E per il 26 marzo "Santoro prometteva a Petrini la consegna di una fornitura di pesci alla Commissione tributaria di Catanzaro". Il 19 aprile, sotto Pasqua, tocca invece a "carne di agnello e altri regali pasquali".

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