di TERESA ALOI
La definiscono "precaria", gli inquirenti, "la situazione economica" di Marco Petrini, presidente della II sezione della Corte d’Assise d’appello nonché presidente della Commissione tributaria provinciale, coinvolto nell’operazione "Genesi" (LEGGI QUI).
L’inchiesta è quella della Dda di Salerno (LEGGI QUI) che ieri ha portato il personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza dì Crotone, del Servizio Centrale Operativo Criminalità Organizzata di Roma (SCICO) e di altri reparti delle Fiamme Gialle, ad eseguire una ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Salerno nei confronti di 14 indagati (sette in carcere, uno ai domiciliari e per i restanti nessuna misura cautelare).
E, infatti, dalle verifiche eseguite dagli inquirenti nel corso dell'attività investigativa, emergerebbe una situazione "di sofferenza bancaria". Perché, nonostante "l'elevato reddito posseduto - si legge nelle carte - Petrini non riesce a far fronte alle proprie situazioni debitorie divenute alquanto gravose".
Si inquadrerebbe in tale contesto la richiesta di denaro a Palma Spina, avvocato catanzarese coinvolta nel procedimento in qualità di indagata (per lei non è stata disposta alcuna misura cautelare) per alcune spese di ricostruzione di un immobile di famiglia ad Assisi.
E' a lei infatti che il magistrato si rivolge "titubante - scrivono gli investigatori - e anzi le dichiara espressamente il suo senso di vergogna nel fare la richiesta". Le dice di aver "pensato a lei, ovviamente, come a richiamare - si legge nelle carte dell'ordinanza - ancora una volta la stretta intimità e confidenzialità del loro rapporto". A lei e "non ad altri, quella richiesta, avendo bisogni del denaro per fronteggiare una specifica esigenza".
L'esigenza è riferita proprio a quella casa ad Assisi, proprietà di famiglia, distrutta dal terremoto del '97. Le spiega gli accordi con il Comune per la ricostruzione con fondi che "all'inizio sembravano tutti corrisposti dal Comune " ma che poi con il passare degli anni "esattamente l'anno scorso si presenta la banca Toscana che aveva finanziato la ricostruzione per conto del Comune".
Il magistrato parla di costi, spese da sostenere , transazioni, per poi chiederle quelle 4000 euro di cui ha bisogno entro la fine del mese di luglio. Soldi che l'avvocatessa consegnerà al magistrato. Ma solo per far fronte alla sua richiesta.
Perché per i magistrati "manca qualsiasi riferimento, anche larvato, a processi in corso , nei quali la Spina avesse, a qualsiasi titolo, interesse; e anzi, ancora più "radicalmente" i detti colloqui non contengono alcun riferimento, o pur larvata allusione, che consentono di affermare che la dazione della somma dalla Spina al Petrini - anziché "inquadrarsi" sic et sempliciter nel rapporto di stretta condifenzialità/affettivo fra i due - sia stata "indebita" e precisamente riconducibile ad un abuso, da parte del Petrini, della sua qualità di pubblico ufficiale".
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