Il parterre dei regali per aggiustare le sentenze e i processi era più che vasto: dagli orologi alle vacanze, dai soldi alle macchine per finire alla carne d'agnello. Tutte offerte che sarebbero andate a finire nelle casse o nella disponibilità del giudice della Corte d'Appello di Catanzaro e presidente della Commissione Tributaria Marco Petrini, prima in carcere e ora all'obbligo di dimora con l'accusa di corruzione in atti giudiziari nell'ambito dell'operazione "Genesi" (LEGGI QUI).
Dalle indagini della Guardia di Finanza emerge anche il ruolo di un geometra, il quale per le festività pasquali del 2019 si sarebbe adoperato per far recapitare carne d'agnello al magistrato nato a Foligno.
D'intesa con Emilio Santoro, medico e accusato di essere un collaboratore nel sistema di corruttivo di Petrini, il geometra avrebbe portato il cibo direttamente al giudice.
Da quanto emerso dai file estrapolati dal pc del magistrato, sarebbero stati trovati documenti con i quali attestano il pagamento della Corte d'Appello di Catanzaro di alcune somme di denaro al professionista per alcune consulenze d'ufficio.
In sostanza, un altro episodio che, se confermato dalle sentenze (dove si accerta la responsabilità di ogni indagato) traccia un quadro del sistema giustizia piuttosto complesso. Certamente minoritario ma in ogni caso difficile e oscuro.
L’indagine Genesi è scattata alle prime luci della mattina del 15 gennaio scorso, quando la Guardia di finanza ha stretto le manette ai polsi a 7 persone, mentre un’altra è andata agli arresti domiciliari. A condurre le indagini è la Procura di Salerno (competente quando ci sono magistrati catanzaresi), la stessa che in questi giorni sta ascoltando gli indagati che hanno decido di collaborare, tra cui lo stesso Marco Petrini, Emilio Santoro e l’avvocato Francesco Saraco.
Dopo la collaborazione che sta facendo luce su moltissimi episodi di presunta corruzione, il giudice (che nel frattempo è stato sospeso dal Csm) è stato scarcerato e il Gip ha disposto l’obbligo di dimora fuori dalla Calabria.
Le altre novità, invece, arrivano dal Tribunale della libertà: difesa dagli avvocati Valerio Murgano e Antonino Curatola, all’avvocato Tassone (anche lei accusata di avere una relazione con il magistrato) è stata annullata la misura cautelare che la costringevano a rimanere agli arresti domiciliari. Anche l'ex consigliere regionale Tursi Prato, per decisione del Tdl, ha lasciato il carcere per gli arresti domiciliari.
ed.cor.
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